L’importanza degli sgravi fiscali sulle opere a verde privato
La defiscalizzazione dei lavori sul giardino può davvero rilanciare il settore del vivaismo
I primi di Luglio si è svolto un importante incontro a Montecitorio, Camera dei Deputati, Sala Aldo Moro: gli addetti ai lavori, raccolti sotto la dicitura "Filiera Florovivaistica Italiana per le opere di Paesaggio" contenente le principali associazioni, Distretti e sindacati di categoria, in rappresentanza di tutto il settore italiano, hanno presentato tre Disegni di Legge sugli sgravi fiscali.
All’incontro hanno partecipato Senatori, Parlamentari, Sottosegretari e vice Ministri, come si è potuto leggere sulla stampa e sui social media.
La domanda è: a chi serve tutto questo? Sono aiuti di Stato ai vivaisti? Assolutamente no, vediamo perché.
Oggi accade un fenomeno curioso, alcuni proprietari di piccoli giardini utilizzano gli sgravi fiscali per la ristrutturazione per pavimentare alcune porzioni. Ecco raddoppiare il posto auto, la pavimentazione dove mettere un tavolo e qualche sedia ma sopratutto un sensibile risparmio nella gestione del giardino.
Se si avessero incentivi per il verde i giardini potrebbero essere arricchiti, magari di piante ornamentali che necessitano di minori quantità di acqua, o di prati rustici o realizzati con macroterme, sempre per diminuire il consumo di acqua.
Sarebbe facile ristrutturare un giardino non solo per la sua bellezza ma anche in vista di una maggiore sostenibilità.
Oggi molti giardinieri che hanno investito su sé stessi per una preparazione tecnica, per la sicurezza, per le attrezzature professionali da impiegare, si vedono portare via il lavoro da improvvisati, spesso pensionati, cassa integrati o persone abili nell’arrangiarsi. Queste persone costano poco perché non pagano tasse e contributi, non hanno fatto corsi sulla sicurezza, hanno spesso attrezzature vecchie o inadeguate. La legge favorirebbe i primi che, a differenza dei secondi, presentano la fattura al termine dei lavori. E in caso di infortuni sono assicurati, fattore da non dimenticare. Un amento del lavoro “bianco” poterebbe ad un incremento occupazionale, del gettito fiscale e contributivo.
Lo stesso vale per chi progetta il verde, sia un architetto paesaggista o un garden designer, il suo ruolo viene riconosciuto ed è possibile inserirlo negli sgravi.
Aumenterebbe il consumo interno di piante portando ossigeno alle molte aziende vivaiste presenti in tutta Italia.
Dal punto di vista del verde, sia pubblico che privato, siamo molto indietro rispetto agli altri paesi europei. Anche il verde privato contribuisce a fare ambiente, a mitigare o meno l’isola di calore urbana, ad assorbire CO2 e polveri sottili.
Riuscire a fare qualcosa per il verde privato non è solo un gesto di civiltà, di aiuto per l’ambiente e per l’emersione del lavoro nero ma anche un’azione di sostegno all’intera filiera con ricadute positive che si estendono molto al di fuori del settore.
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