Francesco Vignoli, il maggior produttore di Glicini in Italia, ci svela l'origine della sua passione per questi meravigliosi rampicanti
Il vivaista che ha dedicato tutta la vita alla produzione e alla ricerca di nuove varietà di glicini
In questa intervista andiamo a conoscere Francesco Vignoli, titolare dell'azienda Vivai Vignoli di Pistoia, specializzata nella produzione di glicini, destinati poi alla vendita all'ingrosso.
"Come e quando è nata in lei la passione per questo specifico genere di piante?"
"Lei parla dei glicini? Perché io di passioni "ornamentali" ne ho avute tante. Le querce, i ginkgo, i faggi, le magnolie, ma ammetto che quello per i glicini è stato sicuramente il primo amore, quello che non si scorda mai. Cominciò proprio quando iniziai questo mestiere di vivaista. Mi ero incuriosito di tutte quelle varietà menzionate nei cataloghi esteri, glicini bianchi, rosa, doppi, a fiore lungo mentre qui da noi si conosceva solo quello comune. Ordinai un po' di piante in Olanda e quando arrivarono ebbi un tuffo al cuore: quelle piantine erano d'innesto e dunque una cosa mai vista da noi. Mi detti da fare per capire come riprodurli e in un paio di anni i risultati furono straordinari. Gli innesti fatti qui in un anno erano cresciuti alti due metri, mentre quelli arrivati dall'Olanda erano alti 40/50 cm. Questo è avvenuto perchè il glicine ama il sole e il calore, ma questo l'ho capito dopo. Poi vennero delusioni e difficoltà, le varietà non corrispondevano, altre erano introvabili. Senza saperlo ero entrato in un campo vergine, tutto o quasi tutto da esplorare, ma questo mi stimolò ancora di più.
La ricerca di nuove varietà di glicini e la loro classificazione è stata un'avventura che dopo oltre vent'anni continua ancora ad appassionarmi e che mi ha portato ad avere nuovi contatti, a fare viaggi, a conoscere persone anche importanti. Diverse volte è capitato di prendere l'aereo e fare due o tre ore di volo solo per andare a trovare qualcuno che aveva una varietà nuova di glicine per farsi dare un pezzettino di ramo e tornare a casa per innestarlo."
"Cosa l'ha spinta a diventare vivaista? Era il suo sogno nel cassetto sin da bambino?"
"Quando ero bambino, a Pistoia c'erano tantissimi vivai, ma io non ne avevo cognizione. Mio padre era mezzadro e coltivava un po' di fruttiferi e un po' di barbatelle di viti. Erano gli anni del dopoguerra e c'era da ricostruire e ripiantare i frutteti e i vigneti distrutti o abbandonati. Le piante ornamentali sono venute dopo. Quindi direi che da bambino non avrei mai pensato di fare il vivaista."
"Qual è il fiore all'occhiello del suo vivaio, anche se può sembrare una domanda superflua da quello che mi ha raccontato?"
"Sicuramente i glicini, ma nel tempo ho introdotto tante novità nei vivai pistoiesi e italiani. Sono un vero cacciatore di piante."
"Come si caratterizza nello specifico la vostra produzione in vivaio?"
"Il vivaio è specializzato nella riproduzione di giovani piante sopratutto d'innesto, che poi vendiamo agli altri vivaisti per farle crescere. Il mio è, per così dire, il 'reparto maternità' del vivaismo."
"Come si vede tra 10 anni?"
"Per ragioni anagrafiche, spero con meno acciacchi possibile."
"Ricorda il suo primo 'incontro' con il giardinaggio? Provi a raccontarcelo."
"Più che con il giardinaggio l'incontro più decisivo è stato con il vivaismo, che al giardinaggio fornisce il materiale da costruzione. Il vivaismo ornamentale l'ho conosciuto dalla Mati piante, che negli anni sessanta era la ditta principe del vivaismo italiano. Avevo studiato alla Scuola Agraria di Pistoia, ma allora non si insegnava la materia del "vivaismo", si studiavano piuttosto grano, vigneti e zootecnia. Infatti, finita la scuola, trovai lavoro in una azienda vinicola nel Chianti, ma fu una delusione. In quel tempo si amministrava la decadenza.
Tornai a Pistoia e trovai lavoro come operaio presso i vivai Mati che mi assegnarono alla squadra degli innestini. Questo decise in parte la mia vita. Da Mati ci lavorai poco più di un anno e fu lì che presi passione per le piante, poi dovetti fare il militare. Al ritorno trovai lavoro presso un'agenzia che importava piantine e bulbi dall'Olanda. Prima di assumermi, mi mandarono a fare uno stage di lavoro a Boskoop, che era il centro europeo del vivaismo.
Credo di essere stato il primo ragazzo a fare uno stage di lavoro all'estero in questo settore. Lavorai in questa agenzia vent'anni dal '70 al '90, fu un periodo di profonda trasformazione nel settore, conobbi i vivaisti e il vivaismo di quell'epoca, vidi finire aziende che erano state le pioniere del vivaismo pistoiese e nascere dal nulla altre che adesso sono al top del vivaismo europeo. Mi era però rimasto il desiderio di tornare alla terra, in questo stimolato anche dai contatti con gli olandesi, popolo che considera la terra una madre, mentre per me era stata una matrigna. Verso la fine degli anni Ottanta potei acquistare un po' di terra e con l'aiuto di mia moglie cominciai a fare innesti, integrando quello che avevo appreso dai Mati con quello che avevo appreso in Olanda. Nel giro di qualche anno ebbi risultati straordinari e, ad un certo punto, il reddito di questo piccolo vivaio superò quello dello stipendio e quindi decisi di mettermi in proprio.
"Quanto sono cambiati il vivaismo e il giardinaggio negli anni rispetto a quando l'ha conosciuto lei?"
"Il giardinaggio non so, sicuramente oggi ha a disposizione materiali e varietà impensabili qualche decennio fa, ma anche in passato ci sono stati esempi di altissimo livello che ancora oggi sarebbe difficile superare. Per il vivaismo è un altra cosa, è come confrontare un vecchio telefono a disco con un telefonino di ultima generazione."
"Pensa che la tecnologia possa fornire al giardinaggio e al verde un buon trampolino di crescita per le nuove generazioni? Nell'era del web e dello smartphone quali sono oggi gli strumenti che utilizza per approfondire la conoscenza e lo studio delle varietà e per avere informazioni certe?"
"Il web è entrato prepotentemente nel vivaismo, si è fuso praticamente insieme. Mi ricordo ancora con angoscia le ore passate decenni fa a sfogliare libri ed enciclopedie per cercare notizie di una pianta e poi non trovare niente. Con il web basta cliccare il nome su un motore di ricerca e immediatamente esce di tutto e di più. Conobbi Internet che avevo quasi 50 anni ma ne rimasi affascinato come un ragazzo. Ne intuii subito le immense potenzialità. Il mio sito sui glicini, www.wisteria.it, ha ormai 17 anni, che in questo campo è come dire un secolo. I telefoni di ultima generazione sono in tasca di ogni vivaista per lavoro. Oggi un cliente che si trova dall'altra parte del mondo ti chiama e tu, che sei nel mezzo al vivaio, rispondi. Ti chiede informazioni o offerte che immediatamente sono disponibili, magari subito dopo ti richiama e ti chiede di mandargli una foto della pianta che gli hai offerto."
"C'è un libro o un volume di giardinaggio a cui è particolarmente affezionato?"
"Non so quanti libri ho letto, qualcuno l'ho anche lasciato a metà, comunque ho la libreria piena. Un libro che ho letto con piacere è sicuramente "L'avventura di un giardiniere" di Peter Smithers."
"Qual è il libro che si sente di consigliare ad un ragazzo che vuole approcciarsi per la prima volta allo studio del verde?"
"Non so consigliare, sono tanti, non c'è nel nostro settore una 'Bibbia' che ti indichi la strada. Devi trovarla da te, cammin facendo."
"Qual è il primo consiglio che si sente di dare a chi si vuole cimentare nella coltivazione di queste piante?"
"Di entrarci con passione e umiltà."
"Qual è la varietà di pianta che preferisce e perchè?"
"Difficile rispondere. È come domandare a una mamma quale è il suo bambino più bello. Una pianta che ha la mia attenzione è il Ginkgo biloba. Si tratta di una specie preistorica del tempo dei dinosauri che si riteneva scomparsa ma ritrovata in Cina a metà del 700 in un tempio buddista. Il Gingko biloba è una pianta che ha vinto il tempo. Dal suo ritrovamento si è diffusa nei giardini di tutto il mondo e ha già dato origine a centinaia di nuove varietà in poco più di 200 anni, che nella vita di una specie sono uno zero virgola."
"Ci sono stati momenti difficili nel corso della sua carriera professionale in cui ha pensato di abbandonare il vivaismo?"
"Ci sono stati momenti difficili, anche quello attuale è un momento difficile. La crisi ha colpito duro anche il vivaismo. Ma abbandonare mai."
"Ha dei figli? Lavorano con lei nel settore del vivaismo oppure hanno seguito altre strade? Se ne dispiace?"
"Mio figlio Lorenzo lavora in azienda, c'è continuità e un ottimo rapporto."
"Come considera il vivaismo europeo di oggi? Conosce o ammira delle realtà vivaistiche estere?"
"Conosco abbastanza bene il vivaismo europeo. Si tratta di un settore molto vivo e vitale in continua evoluzione e molto integrato tra i vari paesi. Se ammiro qualcuno, sono senza dubbio gli olandesi, ma quando vengono a Pistoia, loro ammirano noi, per cui siamo pari."
"Se non fosse vivaista, quale potrebbe essere il mestiere che le piacerebbe praticare?"
"Nessun altro. Da giovane, dopo la scuola e le prime delusioni di lavoro nel settore, avevo fatto dei concorsi e avevo vinto un posto alle Poste, ma quando mi fu offerto di lavorare all'agenzia di Import e andare in Olanda rinunciai senza pensarci due volte. Questo con grande costernazione di mia madre. Fu la più giusta decisione della mia vita."
"Ha scritto pubblicazioni di settore? Se sì, quali?"
"Sì, ho scritto un libro sui glicini e una bellissima brochure sempre per i glicini che andò letteralmente a ruba, poi articoli per riviste del settore su piante e giardini: sono centinaia, non ricordo più quanti. Adesso sto scrivendo, insieme ad altri autori, un libro sui glicini destinato al grande pubblico. I proventi saranno devoluti in beneficenza per un associazione che opera all'ospedale Careggi di Firenze."
"La zona in cui abita e lavora è un'area 'amica del verde' o pensa che si dovrebbe fare ancora tanto per avvicinare la gente alle piante e al mondo del verde?
"Non si fa mai abbastanza, anzi secondo me si fa poco. Pistoia è il più grande centro vivaistico d'Europa, forse del mondo e io vivo nel mezzo ai vivai che circondano la città come un semicerchio. È da qui che dovrebbe partire il maggior imput per far crescere la cultura del verde, dato che Pistoia ritiene di essere la 'Capitale Europea del Verde'."
"La sua famiglia o gli amici condividono con lei la passione per il verde?"
"Molti amici sono anche loro vivaisti o giardinieri, solo tre o quattro sono fuori dal settore ma ogni tanto li trascino in qualche giardino o in qualche mostra."
Ringraziando Francesco Vignoli per il tempo dedicato alla Redazione, ricordiamo a tutti gli amanti dei glicini che, nella nostra rubrica gratuita "Esperto Risponde" potete rivolgere al nostro esperto tutte le domande che desiderate in merito alla coltivazione e la cura di questi bellissimi rampicanti. Francesco Vignoli è anche autore di articoli ed approfondimenti dedicati al mondo del glicine, che potete leggere nel nostro blog di giardinaggio.
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Questo articolo è stato scritto da Redazione
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