5 consigli per coltivare le orchidee in casa
Come coltivare orchidee in casa è una delle domande più ricorrenti che riceviamo.
Premesso che, come tutte le cose vive, anche le orchidee possono morire, se le piante sono coltivate bene e con le giuste condizioni ambientali, bagnate e concimate correttamente e controllate frequentemente, saranno robuste e resistenti a malattie e parassiti mentre quelle non coltivate correttamente saranno deboli e si ammaleranno più facilmente.
Vediamo quindi i 5 consigli principali per avere delle orchidee bellissime.
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Orchidee coltivazione: le giuste condizioni ambientali
Le orchidee sono tra le piante più diffuse sulla terra, nei millenni si sono evolute per adeguarsi ad ogni ambiente e microclima e anche la più piccola nicchia ecologica, se ne conoscono 28.000 specie e continuamente se ne scoprono di nuove.
"Se si escludono i deserti e le zone di nevi perenni, le orchidee si trovano dappertutto,
dall’equatore ai margini delle zone artiche, dal livello del mare ai 4.000 metri d’altezza sulle Ande."
Per cui le orchidee vivono in moltissime condizioni diverse e di conseguenza vanno coltivate in condizioni diverse, ad esempio in natura le Phalaenopsis vivono in zone tropicali a livello del mare e nella parte bassa della foresta (quindi all’ombra) per cui vanno coltivate al caldo in inverno e all’ombra in estate, mentre i Cymbidium a fiore grande vogliono condizioni opposte: moltissima luce e in inverno notti fredde perché sono orchidee di montagna originarie della catena himalayana.
Bagnare correttamente
La stragrande maggioranza delle orchidee in casa che muore, muore per troppa acqua.
Le orchidee epifite hanno radici aeree che devono asciugare bene tra una bagnatura e l’altra, e se si bagnano quando non sono ancora asciugate marciscono velocemente. Il modo più pratico per capire quando è il momento di bagnare è di soppesare il vaso.
La regola è: se il vaso è leggero si bagna, se non è leggero non si bagna, in caso di dubbio non si bagna, quando poi si bagna lo si fa abbondantemente, fino a che il vaso diventa pesante.
"Se il vaso è leggero si bagna, se non è leggero non si bagna"
Come in tutte le regole ci sono diverse eccezioni: alcune non devono mai asciugare troppo e devono avere le radici sempre umide come le orchidee terrestri che non hanno radici aeree, ad esempio i Paphiopedilum, quelle che vivono in zone molto umide e spesso con le radici nel muschio tipo le Zygopetalinae e le Miltoniopsis, e altre che vanno bagnate molto e dalla primavera all’autunno stanno bene con i vasi immersi in sottovasi con acqua come i Phragmipedium che in natura vivono vicino a torrenti e cascate con i piedi (le radici) a mollo.
Concimare regolarmente
Normalmente le orchidee si coltivano in bark (corteccia per orchidee) che non contiene elementi nutritivi per cui questi vanno forniti con le concimazioni.
Una buona regola è di concimare ogni 3 bagnature, in pratica 3 volte si bagna con acqua, la quarta volta prima si bagna con acqua e subito dopo si bagna una seconda volta con acqua in cui è stato diluito il concime.
"Non bisognerebbe mai concimare una pianta asciutta"
Va bene un buon concime o fertilizzante per orchidee in cui l’azoto sia in gran parte in forma ureica, solitamente in primavera si usa un concime ad alto contenuto di azoto tipo 30-10-10, per fioritura e radicazione il 10-30-20, il resto dell’anno il 20-20-20, tutti questi concimi vanno alternati al nitrato di calcio, ossia una volta si usa nitrato di calcio e una volta il 20-20-20, o il 30-10-10 o il 10-30-20 secondo i vari momenti dell’anno.
Per garantire il giusto nutrimento alle tue orchidee, Portale del Verde ha valutato tra i vari concimi disponibili su Amazon e ha selezionato per te quello della Cifo il quale garantisce, grazie al contenuto equilibrato di azoto, fosforo e potassio in associazione ai microelementi essenziali, un rigoglioso sviluppo della pianta. Non potrai più farne a meno. Acquistalo subito per vedere le tue Orchidee fiorite e sane!
Se si hanno poche piante va bene un concime bilanciato (20-20-20) tutto l’anno.
I concimi vanno diluiti in questo modo: 2g/litro per Phalaenopsis, Cymbidium e Vanda, 1g/itro per le altre e 0,5g/litro per i Paphiopedilum. In inverno e comunque in periodi con poca luce le concimazioni vanno diluite a metà dose e anche meno.
Conoscere per capire
Questo pezzo è tratto dal libro ORCHIDEE, STORIE & PERSONAGGI, pag 276, € 13,77 acquistabile su amazon.it:
Questo brano è tratto da un vecchio articolo dell’amico Carlo Tealdi:
“Le orchidee non sono oggetti statici da essere messi in bella mostra ma piante vive con le loro esigenze ben marcate e con il fascino dell’ignoto che spesso si portano dietro. Abbisognano di cure ed osservazioni continue obbligando il collezionista, quello scrupoloso, ad una gara di pazienza con la sua curiosità richiedendogli uno studio per ricreare loro una parvenza di ambiente naturale, che non è quasi mai né facile né sbrigativo”.
Sì, è importante studiare tutto il possibile sulle varie specie di Orchidee e le loro esigenze culturali, e poi per un appassionato, leggere, documentarsi ed approfondire ogni aspetto delle sue piante, e di quelle che ha nella lista dei desideri, è un passatempo molto piacevole.
Molte orchidee sono inoltre accompagnate da storie e leggende che le rendono ancora più affascinanti, e con la fantasia vi sembrerà di essere nelle foreste tropicali e di vivere in prima persona quelle stesse storie e leggende.
Certo, vi sarà capitato di leggere di come coltivare orchidee in appartamento in internet* o su qualche libro, trovando a volte informazioni diverse tra loro e in alcuni casi anche decisamente discordanti.
Questo, anche se vi sembrerà assurdo, magari facendovi pensare che state entrando in una gabbia di matti, non preoccupatevi: nel mondo delle orchidee queste cose non sono eccezioni ma la norma.
Dipende dalle esperienze personali dei vari autori, così come capita che un grande esperto vi dia dei consigli e capita che un altro grande esperto vi possa dare magari consigli decisamente diversi. Perché il mondo della coltivazione casalinga delle orchidee non è una scienza esatta, è comunque importante documentarsi più possibile ma poi dovrete basarvi sulla vostra esperienza, e ricordate che un buon coltivatore è soprattutto un buon osservatore** che controlla regolarmente le sue piante e si accorge di ogni piccolo cambiamento e le capisce, si può quasi dire che entra in sintonia con esse.
*in internet si trova di tutto e spesso anche stupidaggini spacciate per vangelo, quindi è sempre opportuno verificare l’attendibilità dell’autore degli scritti.
**Una ventina d’anni fa un signore più o meno della mia età ha avuto una terribile tragedia famigliare, un suo amico orchidofilo per distoglierlo dalle sue angosce gli consigliò di coltivare orchidee. Venne all’Orchideria ed acquistò una decina di piante, era un tipo molto meticoloso, preciso e pignolo, poi lo rividi dopo circa un mese e mi mostrò le foto delle piante che erano molto deperite, le aveva posizionate molto distanziate una dall’altra su un mobile metallico su due ripiani di vetro che davano l’idea di un ambiente asettico.
Mi disse che aveva acquistato strumenti di altissima precisione, tra termometro, luxometro, igrometro e non ricordo cos’altro; aveva speso una follia, solo il termometro l’aveva pagato più di un milione di lire, perché lui era un meccanico di precisione che prima di andare in pensione lavorava con macchine a controllo numerico alla MV Agusta nella squadra corse di Agostini (il più grande campione di motociclismo negli anni 60) per cui voleva solo strumenti di altissima precisione e non capiva come mai nonostante la sua meticolosità ed i costosissimi strumenti le piante deperivano.
Ma le piante non sono viti, bulloni o parti meccaniche.
Sono cose vive, sono una diversa dall’altra e non vogliono un ambiente asettico. Perché non basta seguire freddamente le indicazioni e bagnare ogni tot giorni, concimare ogni tot bagnature e a tot gradi scaldare o ventilare ecc.
Ho visto bellissime collezioni morire in poco tempo dopo la morte del collezionista, e orti botanici con belle orchidee curate da un giardiniere orchidofilo deperire rapidamente dopo il pensionamento del giardiniere.
Ci sono tantissimi appassionati che senza strumenti hanno piante bellissime, ad esempio Mario Comunetti che abita ad 1 km da casa mia.
Aveva una serra con piante magnifiche ed il suo unico strumento era il termostato (tutt’altro che di precisione) che regolava la temperatura, perché più che gli strumenti di precisione bisogna osservare le piante e capirle. Più che con gli strumenti di precisione vanno curate con l’occhio e anche con il cuore. Giorgio Unterkofler è stato un coltivatore fantastico, il migliore che abbia mai conosciuto, quando si è ammalato in poco tempo le sue piante sono deperite e se non fosse stato per l’intervento di Martina Schullian, grazie al cui interessamento si sono ‘salvate’ finendo al Giardino Botanico di Merano, sarebbero morte in poco tempo.
"Sintetizzando: leggete, studiate, documentatevi, non si finisce ma di imparare,
e con più cose saprete sulle vostre orchidee e più sarà bello coltivarle,
ma poi dovete soprattutto instaurare un rapporto con loro, amarle e capirle.
Tutto il resto verrà da solo."
La regola delle 3 P e 3 T
Tra gli appassionati di orchidee vige una regola, quella delle 3 P e 3 T.
lL 3 P sono: Pazienza, Pazienza, Pazienza e le 3 T sono: Tanta, Tanta, Tanta.
"Con le orchidee ci vuole pazienza e se non avete pazienza le orchidee ve la insegneranno"
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Questo articolo è stato scritto da Redazione
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