Scalogno - Allium ascalonicum
Scalogno - Descrizione generale
Lo scalogno è una pianta erbacea originaria delle aree del Mediterraneo e deriva da un'antico bulbo, l'Ascalon, originario della Palestina. Fa parte della famiglia delle Liliacee, ma al contrario di queste non fa fiori. La forma dei frutti, dei bulbi è molto particolare e facilmente riconoscibile: assomiglia a quella di un fiasco da vino allungato. Il loro colore è biancastro ma sfumato di viola porpora: caratteristica che li rende facilmente riconoscibili rispetto ai cipollotti rossi. Lo scalogno viene coltivato quasi in tutta Italia ed in Romagna esiste anche la varietà IGP.
Lo scalogno, il cui nome scientifico è Allium ascaloncium è sempre presente nella nostra cucina mediterranea. Acclamato anche dal grande chef Carlo Cracco in un suo libro, "Se vuoi fare il figo usa lo scalogno", è un ortaggio dalle grandi proprietà organolettiche e anche curative, facile da coltivare anche sul terrazzo. Ecco tutti i segreti di questo vegetale gustoso, sano e bello da vedere.
Scalogno - Allium ascalonicum
Particolarità dello scalogno
L'Allium ascalonicum, cioè lo scalogno è molto apprezzato soprattutto in cucina. Viene infatti utilizzato a crudo, al naturale in insalate, piatti soprattutto freddi e conservato sott'olio o aceto. Ma viene utilizzato anche cotto ed unito a salse, soffritti e frittate per conferirne un aroma unico ed appunto insaporire. Inoltre lo scalogno, oltre che per il sapore, viene scelto per le sue proprietà diuretiche e depurative, apprezzate anche in erboristeria e omeopatia, dove viene utilizzato in polvere. Dello scalogno si mangiano anche le foglie tenere, che assomigliano a quelle dell'erba cipollina.
Esposizione dello scalogno
L'ortaggio in questione non richiede particolari cure, ma l'esposizione migliore è in pieno sole. La temperatura ideale è di circa 15, 20 gradi centigradi, ma può essere coltivato anche a temperature più basse. Infatti anche nel Nord Italia sono molteplici le coltivazioni di scalogno, anche molto prolifiche. È importante che, se coltivato in zone ombrose, queste non siano anche umide, in quanto le radici potrebbero danneggiarsi o marcire. In caso invece di eccessiva siccità sarà necessario irrigare con regolarità, evitando però ristagni idrici.
Scalogno: substrato adatto
Lo scalogno è un ortaggio che ben si adatta a diversi tipi di terreno, purché ben drenati. Il substrato ideale però è bene abbia un pH compreso tra il 6 e 7,5, quindi prevalentemente neutro. Dopo aver piantato i bulbi e dopo il raccolto, si consiglia di non ripiantarlo l'anno successivo, ma di variare le colture. Dopo circa 5 anni si potrà ripiantarlo sullo stesso terreno, che dovrà risultare morbido, sabbioso e ben aerato.
Concimazione dello scalogno
Lo scalogno come già detto, si adatta bene a diverse tipologie di terreno. Per quanto riguarda la concimazione però è più esigente e predilige sostanze ricche di potassio e fosforo. La prima concimazione andrà fatta all'atto della preparazione del terreno, prima della semina dei bulbi: la più importante. Per una coltura rigogliosa se ne consigliano altre: una quando compaiono le prime foglie e la seconda appena si ingrossano i primi bulbi. Sono da preferire sostanze concimanti naturali e meglio se da sciogliere nel terreno, in forma liquida o in polvere.
Scalogno: irrigazione
L'ortaggio, dato anche il periodo di coltura, non necessita di norma di irrigazione artificiale: bastano le precipitazioni atmosferiche. Se però il periodo sarà particolarmente arido, è bene provvedere ad un'annaffiatura regolare ma che non crei ristagni idrici. È importantissimo che il terreno sia ben aerato, drenato, soffice e libero da infestanti, che potrebbero far marcire le radici e contribuire al ristagno dell'acqua e alla formazione di umidità.
Malattie dello scalogno
L'Allium ascalonicum, detto anche scalogna è un ortaggio definito rustico e resistente. Questo non soffre particolarmente gli attacchi di parassiti e funghi, ma per scongiurarli del tutto è bene che le condizioni climatiche e la qualità del terreno siano buone. In caso di terreni troppo umidi, la pianta potrebbe essere attaccata dall'oidio, un attacco fungino detto anche mal bianco, nebbia, muffa bianca o albugine. Per contrastare questo attacco in maniera naturale, si potrà aggiungere al terreno una soluzione di acqua e bicarbonato di sodio. Particolare attenzione va prestata ai terreni stressati, spesso attaccabili da nematodi, parassiti del terreno. In questo caso si sconsiglia la coltivazione degli scalogni.
Propagazione dello scalogno
Lo scalogno, non avendo fioritura, non si propaga per impollinazione. Andranno quindi piantati i bulbi annualmente per coltivarlo, cioè da febbraio a marzo nell'Italia del Nord. Nelle regioni a clima più mite la piantagione dei bulbi può effettuarsi anche prima dell'inverno. Coltivandolo in file, è bene mantenere la distanza di almeno 10-15 cm da un bulbo all'altro ed è bene eliminare le erbacce che potrebbero crescere, danneggiando anche le radici dello scalogno.
Dopo circa 4 mesi dalla semina si potranno raccogliere gli scalogni: quando cioè le foglie diverranno gialle. Si estirpano delicatamente con una forca apposita per bulbi.