Cavolfiore - Brassica oleracea botrytis
Descrizione generale del cavolfiore
Tra le Brassica oleracea si annovera il cavolfiore. Quella che comunemente viene detta palla oppure testa è una infiorescenza fatta da una molteplicità di peduncoli floreali ed è proprio questa parte quella commestibile. Questa può essere di diversi colori che vanno dal violetto via via a gradazioni più chiare del verde, del giallo per arrivare al bianco.
In Italia è tra le crucifere più piantate, più largamente nelle zone del centro, (Marche, Lazio, Toscana ) ed in quelle del sud della penisola (Campania, Puglia e Sicilia). Molti altri paesi lo utilizzano nelle loro diete e si stimano, fra i paesi di maggiore coltivazione, alcuni colossi asiatici come l'India e la Cina. Produzioni ce ne sono anche in altri paesi europei (Francia) e nel nord America (Stati Uniti).
Si annovera nella categoria anche il cavolo broccolo (Brassica oleracea L. conv. botrytis (L.) Alef. var. cymosa Duch.) il quale mostra poche differenze, in realtà, dal 'cugino': tra queste l'infiorescenza è più compatta e le foglie sono in media meno ampie.
Le radici del cavolfiore non sono profondissime e la stessa pianta biennale si compone di un fusto che può variare tra i cm 15 ed i 50 e di foglie a costa, di colore verde con intensità variabile le esterne, più giallognole quelle interne.
Cavolfiore di Macerata - Brassica oleracea botrytis
Cavolfiore palla di neve - Brassica oleracea botrytis
Cavolfiore romanesco - Brassica oleracea botrytis
Cavolfiore viola - Brassica oleracea botrytis
Particolarità del cavolfiore
È una verdura molto ricca di acqua, malgrado non si possa pensare, questa arriva a raggiungere il 90% della sua consistenza. Pur tuttavia ha un valore energetico notevole, per nulla scarso ed anche un discreto quantitativo di sali come il fosforo, il potassio ed il calcio nonchè di vitamina C.
Quello che produce il fastiodoso odore durante la sua cottura, inequivocabilmente riconducile a questa pianta, è dato da alcuni composti solforati: questi indudcono anche a problemi in fase digestiva, per i più predisposti, ma nel complesso viene definito come uno di quegli alimenti da iscriversi tra quelli antitumorali per le sue qualità intrinseche.
Ci sono testimonianze pittoriche di questa pianta in alcuni dipinti dei Medici, per la precisione in certi quadri del Settecento; questi sembrano avallare il fatto che il cavolfiore, ovvero il 'caulis' latino, fosse predominante in Toscana, rispetto ad altre italiche zone, tanto da essere raffigurato come dono, proveniente da Arezzo ed offerto a Cosimo III.
Esposizione del cavolfiore
Il miglior clima per il cavolfiore è quello fresco ed un po' umido. La temperatura ideale si aggira intorno ai 16°/17° gradi, già a 20° si rischia una produzione di qualità inferiore.
Le basse temperature possono creare danno alla pianta ed il gelo contribuire a lessare i grumi delle parti edule. Se la pianta, quando ha poche foglie, nell'ordine di 7/8, è soggetta ad un brusco abbassamento di temperatura, può rischiare di non avere l'infiorescenza anche se non si può dire che tema il freddo in maniera assoluta.
Substrato ideale del cavolfiore
Il terreno che predilige è fresco, discretamente profondo, non troppo denso.
Concimazione del cavolfiore
Se si procede al trapianto del cavolfiore è opportuno provvedere ad un'aratura e conseguente concimazione, preferibilmente di natura organica e con elementi nutritivi.
Si può utilizzare humus o letame essiccato, specialmente nella preprazione del terreno, prima della piantagione.
Irrigazione del cavolfiore
Nel periodo fra luglio ed agosto, dopo l'operazione di trapianto, si pratica un'irrigazione maggiore. Bisogna sempre evitare ristagni di acqua e bagnare la pianta durante la crescita se necessario ed in accordo con le precipitazioni. Il livello idrico deve essere alto per le sole radici. I cavolfiori devono, quindi, essere bagnati frequentemente, ma senza esagerare, in special modo quando la piantina è ancora piccola. Se soffre la mancanza di acqua tende ad aprirsi il cespo, anche i fiori si allontanano, ciò è sintomo di un raccolto che andrà perso.
Malattie del cavolfiore
Il cavolfiore può essere soggetto a molte malattie causate da funghi di differente natura. Tra i più diffusi l'oidio, l'alternariosi, la peronospora, il marciume secco e l'ernia delle crucifere.
Anche gli insetti possono insidiarlo: bisogna controllare spesso che non vi siano la mosca del cavolo, l'afide ceroso del cavolo, la cavolaia e la nottua, questi tra i parassiti più importanti. Può essere soggetto anche al crittogame ed alla ruggine bianca.
Propagazione del cavolfiore
Per seminare il cavolfiore è necessario attendere l'estate, ma essendoci varietà diverse, il periodo può andare da giugno a settembre.
Maggiore chance avrà una piantina seminato in semenzaio, cresciuta con la giusta protezione ponendo i semi ad profondità di circa cm 1 dalla superficie. È d'obbligo tenere d'occhio in questa fase, che il terreno non diventi mai troppo arido. Dopo circa 40 giorni si può procedere al trapianto delle piantine; è necessario farlo considerando le condizioni climatiche e le temperature. Anche a seconda della varietà, da domandare al momento dell'acquisto per avere una maggiore chiarezza sulle modalità del trattamento, è da evitarsi un travaso quando è eccessivamente caldo ed è troppo arido.
Piantare il seme può dare la gioia di vedere spuntare la pianta, ma trattandosi di cavolfiori, quindi piuttosto voluminosi, qualora il seme non attecchisse, potrebbe aversi un notevole spreco di spazio nell'orto. Ricorrendo al trapianto di una piantina già in essere, invece, sarà più facile che queste riescano ad arrivare all'età adulta se si piantano a circa cm 50/60 di distanza le une dalle altre.