Quercus ILEX (Leccio)
Legenda Icone
Fogliame Persistente | |
Fogliame Caduco | |
Fogliame Semi persistente | |
Esposizione soleggiata | |
Esposizione a mezz'ombra | |
Esposizione in ombra | |
Adatto ai climi miti | |
Sensibile al freddo | |
Pianta poco diffusa | |
Varietà brevettata |
Nome Volgare: Leccio
Descrizione:
Quercus Ilex (conosciuto anche come Leccio) è un albero a fogliame persistente coriaceo, verde lucido sopra, lanuginoso sotto.
A crescita media, il Leccio raggiunge e supera un'altezza di 15 m ed un diametro che varia da 6 a 8 m.
Pianta rustica, la sua coltivazione è sconsigliata nelle regioni con inverno rigoroso, ma sopporta il calcare e sta bene in riva al mare.
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Il Leccio (detto anche Elce), pianta sempreverde caratteristica della zona mediterranea, che possiede un notevole valore ornamentale per via della sua folta chioma verde lucido e della sua corteccia scura.
Come albero presenta un'eccezionale longevità (ci sono esemplari addirittura di mille anni!) e un lento sviluppo, che rende però il leccio forte e resistente e gli fa raggiungere in media i 18-20 metri d'altezza.
Si utilizza principalmente per arricchire giardini e viali, ma anche per produrre legname di ottima qualità. Particolarmente d'effetto sono i lecci posti in zone ventose, in quanto si piegano in suggestive "forme del vento".
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Varietà di leccio
- Quercus Ilex, il leccio propriamente detto, che cresce di preferenza nelle zone interne;
- Quercus Suber, conosciuto invece come sughera, che cresce principalmente nelle zone costiere.
Utilizzo del leccio nei giardini
Per via della sua resistenza, longevità e durevolezza, il leccio viene impiegato non solo nei viali alberati, ma anche per formare una siepe di qualsiasi altezza.
Tuttavia può essere anche impiegato come semplice arboreo da prato per chi desideri un albero forte e scenografico in abbinamento ad altre specie da climi aridi come l'ulivo o l'acacia. Il suo legname è troppo duro per essere agevolmente lavorato ma in compenso è ottimo per produrre legna da ardere.
Leccio - Potatura
La folta chioma del leccio può rendere necessari interventi di potatura; vediamo ora quelli più adatti:
- potatura di contenimento, ovvero l'asportazione dei rami secondari secchi per esigenze di dimensioni;
- potatura di ringiovanimento, che implica l'asportazione dei rami primari secchi del leccio, che non risulta però "sfoltito" perché i rami secondari non vengono toccati;
- cimatura, che è il tipo di potatura più utilizzato per motivi estetici in quanto permette di donare alla chioma la forma desiderata.
Moltiplicazione del leccio
La moltiplicazione del Quercus Ilex si effettua tramite seme, che si trova nelle ghiande. In autunno queste raggiungono la completa maturazione e possono essere raccolte e seminate in vaso non oltre due mesi. Le piantine risultanti dovranno poi essere trapiantate nel terreno e messe a dimora in circa tre anni: per garantire un'ottima crescita è importante effettuare la pacciamatura con sostanze ricche di materiale organico.
Malattie e patologie riscontrabili nel leccio
Le malattie che affliggono il leccio e molti altri tipi di querce sono portate principalmente da alcuni tipi di insetti (Cerambice, Filossera della quercia) che non solo sono dannosi per gli alberi andando a minarne la struttura interna del tronco, ma sono anche urticanti per uomini e animali come la Processionaria della quercia.
Il leccio può venire attaccato inoltre anche da funghi come l'Oidio della quercia, che interessa la chioma e le foglie che diventano secche, accartocciate e biancastre.
Tutte queste patologie possono essere risolte tramite un deciso intervento di disinfestazione.
Particolare attenzione si deve riservare agli esemplari giovani, più vulnerabili rispetto a quelli adulti.
Terreno, esposizione e cura del leccio
L'albero del leccio cresce di preferenza in terreni alcalini che non siano troppo argillosi e ben esposti al sole, naturalmente in climi caldi o miti in quanto l'albero della macchia mediterranea non gradisce gli ambienti rigidi: è consigliabile non piantarlo troppo vicino alle abitazioni perché essendo un sempreverde non perde le foglie, che in inverno possono impedire il passaggio dei raggi solari a causa della loro densità.
Curiosità sul leccio
La sua longevità è nota e ammirata fin dai tempi antichi, dove il leccio era considerato un albero "da oracolo" per la sua caratteristica ad attirare fulmini. Purtroppo il leccio ha sempre avuto un'accezione negativa, in quanto la sua chioma impenetrabile di colore scuro e la corteccia scagliosa e quasi nera lo annoveravano come albero "funereo" insieme al cipresso: il poeta Virgilio faceva risuonare fra i rami del leccio il sinistro canto del corvo.
Anche nella tradizione cristiana il leccio è carico di significati negativi, e viene identificato addirittura come "albero di Giuda", in quanto unico fra tutte le specie a offrire il legno per la Croce.
Paradossalmente viene anche considerato come albero prediletto del Cristo, in quanto unico a offrirsi per favorire l'attuazione della Redenzione.
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