La storia delle rose: dalle origini al Rinascimento
Un piccolo itinerario storico per riscoprire le origini di una delle varietà più amate al mondo
Le rose sono piante note da millenni. Erano già apprezzate in Babilonia, dove venivano coltivate per estrarne il profumo e per le cerimonie solenni. In questo articolo ricostruirò la loro storia dalle origini sino al Rinascimento.
Dalle rose selvatiche a quelle moderne
Il genere "Rosa" è diffuso soprattutto nelle regioni temperate dell’emisfero boreale, dove registra la densità più alta di specie in Cina occidentale. Sono stati ritrovati reperti fossili risalenti ad almeno 35 milioni di anni fa, ma queste varietà, con ogni probabilità, hanno avuto origine in Asia Centrale, tra i 60 e i 70 milioni di anni fa e si sono irradiate in tutto l’emisfero settentrionale.
Quante sono le specie di rose selvatiche?
Non è sicuramente una risposta facile da dare, in quanto esse, per via della sistematicità complessa che le caratterizza, si ibridano facilmente, generando una miriade di forme intermedie, con frequenti casi di apomissia, che dà continuità agli ibridi aggiungendo ulteriore confusione.
Sono piante arbustive, talvolta rampicanti, dotate di fusti spinosi e foglie alterne, divise in 3-15 foglioline a margine dentato. La maggior parte delle rose selvatiche è provvista di foglie decidue, ma ci sono anche rose sempreverdi, come la Rosa sempervirens. I fiori, isolati oppure collocati in racemi o corimbi, hanno 5 sepali e petali, nonchè moltissimi stami e pistilli. I veri frutti delle rose sono i numerosi acheni, molto simili a piccoli semi duri inclusi nel falso frutto, che spesso è estremamente ricco di vitamina C.
Queste varietà sono famose per il loro profumo. Sono stati identificati nel profumo delle diverse cultivar più di 400 composti volatili. La rosa di Damasco è, sin dai tempi antichi, la più importante per la produzione di acqua di rose, l'essenza ed altri oli essenziali nel settore dei profumi. Oggi questa viene coltivata soprattutto in Bulgaria.
Le rose ornamentali
Queste rose derivano "geneticamente" dalle rose selvatiche e le rose che hanno avuto il maggiore impatto sulla storia del genere provengono da due aree geografiche ben distinte: il Mediterraneo e l’ Asia orientale, in particolare la Cina.
Quasi tutte le varietà europee fioriscono per una sola stagione all’anno, mentre quelle orientali possono ripetere la fioritura più o meno continuamente durante la stagione vegetativa. Tra le varietà di provenienza mediterranea vi sono la Rosa gallica, presente allo stato selvatico in Europa meridionale, la fragrante Rosa damascena o Rosa di Damasco, con la varietà nord africana conosciuta oggi come "Autumn Damask", che aveva il potere di conquistare gli antichi Romani in quanto fioriva due volte l’anno, un tratto prima a loro sconosciuto.
Le rose nell’antichità
L'utilizzo di queste piante a scopo ornamentale è davvero molto antico. Nacque in due mondi molto diversi tra loro e a quel tempo quasi completamente separati: la Cina ed il mondo occidentale. Tuttavia fu soltanto alla fine del Settecento che le rose coltivate cinesi incontrarono quelle occidentali, dando vita alle rose ornamentali moderne. Nel remoto 500 a.C., Confucio in Cina faceva riferimento alle rose che crescevano nei giardini dell'imperatore, raccontando che la biblioteca dell’imperatore cinese conteneva centinaia di libri ad esse dedicati.
Nel mondo occidentale le rose venivano coltivate sin dai tempi delle civiltà mesopotamica, egiziana e micenea.
Nel 1888, l’archeologo inglese Sir Flinders Petrie, nel corso degli scavi di tombe nell’Alto Egitto, scoprì resti di ghirlande di rose utilizzate come corone funebri del II secolo d.C., ma alcuni dipinti di rose sono stati trovati sulle ben più antiche pareti della tomba di Thutmose IV, che morì nel XIV secolo a.C.. I Fenici, i Greci e poi i Romani conoscevano e praticavano la coltivazione le rose, diffondendone l’utilizzo ornamentale in tutto il Medio Oriente prima e nel Mediterraneo poi.
La prima catalogazione delle rose conosciuta in Occidente si deve al greco Teofrasto (ca. 300 a.C).
Nello stesso periodo Alessandro il Grande (356-323 a.C) ebbe il merito di aver introdotto le rose coltivate in Europa. Nell’antica Roma era molto diffuso l'uso delle rose per decorare i giardini, a tal punto che Orazio lamentava il fatto che il governo romano consentisse di impiegare il terreno agricolo per la loro coltivazione.
Rose medievali e rinascimentali
Dopo la caduta dell’Impero Romano la coltivazione delle rose subì un declino: si limitava soltanto ai giardini di corte e della nobiltà ed a quelli che circondavano i conventi.
Carlo Magno (742-814 d.C.) coltivava rose sui terreni del palazzo di Aix-Ia-Chapelle, ma erano soprattutto i monaci, in particolare i Benedettini, che si dedicavano alla cura delle rose, coltivandole anche per scopi medicinali.
Nel tardo Medioevo e all’inizio del Rinascimento le rose tornarono ad apparire nei giardini privati. Nei secoli XII e XIII, i soldati di ritorno dalle crociate in Medio Oriente narravano racconti di stravaganti giardini di rose. I viaggi aumentarono si moltiplicarono in tutte le parti del mondo e moltissimi commercianti, diplomatici e studiosi iniziarono a scambiarsi rose da differenti zone del Mediterraneo. Si riaccendeva così l’interesse per le rose.
Grazie alla potente flotta di navi mercantili ed alle condizioni geografiche favorevoli, i Paesi Bassi divennero (e continuano ad essere ancor oggi) un grande centro di attività orticola, compresa la formazione di nuovi ibridi di rose. Agli Olandesi si deve riconoscere il merito di aver messo a punto la sistematica di rose da seme, che ha determinato un deciso aumento della variabilità genetica dovuta alla riproduzione sessuale.
Dall'antichità ai giorni nostri
Per quanto riguarda il nostro territorio, i Romani importarono le rose dalla Grecia e dall’Asia minore dopo averle conquistate. Dopo di che le rose con la caduta dell’impero romano caddero nell’oblio per risorgere circa nel 1600 con l’importazione di rose dall’ oriente.
Ma possiamo dire che l’evento della rosa così detta moderna può essere collocata fra il 1800 e il 1900 con dei rosaisti francesi molto famosi: Guillemont, Dupont e Vibert, che grazie alla passione per le rose dell’imperatrice Giuseppina crearono interessanti ibridi.
Ma l’impulso definitivo per la creazione delle rose moderne arriva quando vengono importate alcune rose dalla Cina (r.odorata) e di seguito un’altra rosa dall'America del nord(R.Noisette) e ancora arrivarono semi di rose dalle isole Reunion e ancora e ancora.
Si scatenò così una produzione molto vasta di ibridi che generò una grande confusione specialmente nella nomenclatura. Questa confusione rimase molto tempo.
Se volete approfondire l’argomento vi consiglio di leggere il libro "Le Rose" di D. Accardi, vera bibbia sull’argomento rose. Comunque passo dopo passo si arriva nel 1900 e arriviamo alle belle rose moderne: specialmente gli ibridi di Thea e di Poliantha.
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