La Rosa: simbolo, allegoria, emblema. Dall'Antica Grecia al Medioevo
Breve excursus della storia del simbolismo di questa pianta così amata
La rosa, essendo considerata la regina dei fiori, viene usata spessissimo come allegoria, simbolo o emblema.
Nell'antica Grecia e Roma, la rosa era legata a divinità olimpiche ed in particolare a Venere. La leggenda narra, infatti, che Venere, pungendosi al piede con dei rovi mentre tentava di salvare il suo amato Adone dalla furia di Marte, avesse versato del sangue, trasformando così le rose bianche a lei dedicate in rose rosse, simbolo di passione. Zeus, toccato dal dolore della dea, consente allora ad Adone di vivere quattro mesi nell'Ade, quattro nel mondo dei vivi, e altri quattro dove avrebbe desiderato: per questo la rosa viene ritenuta simbolo dell'amore che vince la morte e anche di rinascita.
I Romani erano soliti celebrare i Rosalia, legati al culto dei morti, di norma in un periodo compreso tra l'11 maggio e il 15 luglio. L'evento dedicato alle rose venne ereditato dal mondo cristiano, dove la Pentecoste è anche chiamata "Pasqua delle rose". La rosa, inoltre, faceva parte del culto di Dioniso ed era legata alla convinzione in base alla quale si credeva che agli "ebbri" del Dio fosse impedito di rivelare i propri segreti.Con il diffondersi del Cristianesimo, alcuni simboli pagani passarono di mano e la rosa rossa iniziò a rappresentare il Cristo e la sua passione, mentre Maria viene rappresentata con una rosa bianca senza spine insieme al giglio bianco, assoluti simboli di purezza.
La preghiera cristiana nota come "rosario", sembra sia stata resa nota da San Domenico nel 214 d.C., grazie ad una corona di rose che la Madonna gli aveva mostrato in sogno e che serviva a sconfiggere gli eretici.
Si può affermare, dunque, che nelle rappresentazioni pittoriche la vergine Maria e il Bambinello vengono molto spesso rappresentati all’interno di giardini hortus conclusus o roseto in particolare nelle opere pittoriche del 400.
" Rosa riso d’amor, del ciel fattura.
Rosa del sangue mio fatta vermiglia
Pregio del mondo e fregio di natura,
della terra e del sol vergine figlia,
d ‘ogni ninfa e pastor delizia e cura ,
onor dell’odorifera famiglia,
tu tien d’ogni beltà le palme prime ,
sovra il vulgo de’ fior donna sublime. "
Poema "Adone" di Giovan Battista Marino
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