Progettazione dell'orto: una guida pratica ed esaustiva
1. Premessa
Nell'avvicinarsi alla progettazione di un orto oggi o comunque alla realizzazione una coltivazione di piante ortive soprattutto in maniera classica e in piena terra, è necessario disporre di una serie di conoscenze non solo di natura fisiologica, agronomica e produttiva delle colture, ma anche altre legate alla vendita e all'acquisto da parte del consumatore finale.
Per questo, è necessario fare alcune premesse fondamentali legate a:
- Tipo di terreno.
- Esposizione
- Realizzazione delle aiuole.
- Quantità di ortaggi coltivati.
- Disponibilità di acqua.
- Spazio alle colture.
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Progettazione di un orto: Tipo di terreno
La conoscenza del tipo di terreno da coltivare, è di fondamentale importanza per una buona riuscita dell'orto.
Infatti, se questo è povero di sostanze minerali e organiche, sarà difficile al momento della raccolta degli ortaggi ottenere risultati produttivi soddisfacenti. Per questo diventa importante conoscere quali siano le principali proprietà del suolo, in modo da sapere con quale tipo di terreno si ha a che fare e come intervenire nel caso sia necessario effettuare opportune correzioni e/o concimazioni.
Progettazione di un orto: Composizione del terreno
Il profilo del terreno agrario, è suddiviso in 3 diversi strati:
- Strato superficiale.
- Strato inerte.
- Sottosuolo.
1. Strato superficiale
Rappresenta il primo strato di terreno, di colore scuro e dello spessore di 20 - 30 cm, ricco di sostanza organica in cui sono presenti sia microorganismi (microflora) che piccoli animali (microfauna). In questo strato avvengono spesso anche fenomeni legati alla decomposizione della sostanza organica e quindi alla formazione dell'humus.
Questo strato viene definito anche con il termine di strato attivo, perché è proprio in questo spazio che le radici delle piante esplorano il terreno alla ricerca delle sostanze minerali indispensabili alla loro nutrizione.
2. Strato inerte
Rappresenta il secondo strato di terreno al di sotto dello strato attivo. Questo strato si distingue facilmente da quello attivo, per il colore più chiaro, per la carenza di sostanza organica e per la presenza soltanto di qualche radice.
Per questi motivi è definito anche come strato sterile e può essere reso fertile soltanto con una lavorazione profonda che riporti in superficie la parte inerte, in modo da esporlo ai fenomeni di ossidazione, alle concimazioni, alle lavorazioni, all’attività della microfauna e microfauna, fino a quando non diventerà fertile assumendo il caratteristico colore scuro tipico dello strato attivo. Questa lavorazione può essere fatta facilmente con uno strumento come un rastrello o un ragno, che permette di smuoverla e arearla.
3. Sottosuolo
Rappresenta l'ultimo strato di terreno profondo, che non interessa direttamente alle colture in quanto non viene mai interessato né dalle lavorazioni ordinarie, né da quelle straordinarie.
Le più importanti sostanze che si possono ritrovare nel terreno sono:
- a) Argilla: determina la compattezza del suolo, conserva l'acqua e i minerali necessari alla crescita e sviluppo delle piante.
- b) Sabbia: rende il terreno permeabile all'acqua, in quando questa lo attraversa velocemente passando nel sottosuolo ed evitando così ristagni di umidità.
- c) Sostanza organica: deriva dalla decomposizione dei residui organici di natura animale e vegetale andando a costituire l'humus.
- d) Minerali: necessari alla nutrizione delle colture in particolare azoto N, fosforo P e potassio K.
- e) Calcare: deriva dalla degradazione delle rocce contenenti calcio (carbonati), utile per la degradazione della sostanza organica.
- f) Acqua e aria: necessari alla crescita e alla respirazione delle piante.
Le più importanti proprietà di un terreno agrario, sono suddivise in:
Proprietà fisiche
- Tessitura.
- Porosità.
- Struttura.
- Contenuto di acqua.
- Contenuto di aria.
- Adesione.
- Coesione.
- Plasticità.
- Temperatura.
Proprietà chimiche
- Potere assorbente (es. assorbimento meccanico, fisico, chimico, fisico - chimico e biologico).
- Capacità di scambio cationico (CSC).
- Capacità di scambio anionico (CSA).
- Reazione e pH.
- Potenziale di ossidoriduzione o redox.
- Contenuto di elementi minerali.
Proprietà biologiche
- Organismi del terreno (microflora e microfauna).
- Degradazione della sostanza organica.
- Degradazione dell'azoto organico.
- Azoto fissazione.
- Rapporto carbonio/azoto C/N.
Vista la complessità degli argomenti e con l'intento di concentrare l'attenzione, solo sugli aspetti fondamentali per la progettazione dell'orto, affronteremo solamente alcune proprietà fisiche del terreno in particolare la tessitura e la struttura.
Progettazione di un orto: Tessitura
La tessitura di un terreno chiamata anche con il termine di granulometria, indica la grandezza delle particelle presenti nel suolo e viene determinata solitamente come composizione in percentuale di:
- Scheletro
- Sabbia
- Limo
- Argilla
Le particelle costituenti del suolo, possono essere per questo classificate in varie categorie in base alla loro tessitura e quindi tenendo conto del loro diametro in:
- Sassi > 2 cm.
- Ghiaia da 2 cm a 2 mm.
- Sabbia grossa da 2 mm a 0,2 mm
- Sabbia fine da 0,02 mm a 0,002 mm.
- Limo da 0,02 mm a 0,002 mm.
- Argilla < 0,002 mm.
Determinare la tessitura del terreno, è di fondamentale importanza per cercare di capire come far vivere e crescere gli ortaggi, soprattutto in un ambiente che non è sempre adatto alle proprie necessità.
Il metodo più semplice e rapido per determinare la tessitura del terreno è quello di eseguire un piccolo test in pieno campo, attraverso una procedura priva di costi.
Si preleva un piccolo campione di terreno (3 - 5 cm) che andrà bagnato fino a raggiungere il limite di liquidità.
Successivamente va modellato con le dita in modo da ottenere una pasta omogenea e cercando di formare un cilindretto.
Durante questa operazione, è necessario percepire tre sensazioni di base come:
- Adesività.
- Saponosità.
- Grattare o smerigliare.
Il campione andrà lavorato poi con la mano fino a farlo asciugare, cercando di cogliere la sensazione tattile prevalente indicata sopra, in modo da poter attribuire al terreno la classe di tessitura appropriata.
La sensazione di adesività e di appiccicoso, rivelerà la presenza di argilla, perché si noterà che il terreno si stacca con difficoltà dalle dita.
La sensazione di saponosità, che nell'asciugarsi assomiglierà al talco, rivelerà la presenza di limo nel suolo. In questo caso infatti, il cilindretto di terra che si sarà formato, non aderirà alle dita e si staccherà facilmente.
La sensazione del graffiare infine, vi dirà se nel vostro terreno, vi è la presenza di sabbia grossa, oppure di sabbia fine nel caso della sensazione dello smerigliare.
Progettazione di un orto: Struttura
La struttura del terreno, indica la disposizione delle particelle nel suolo la quale a sua volta condiziona molto il movimento dell'acqua e dell'aria al suo interno.
In base alla struttura infatti i terreni, sono classificati in:
- Sciolti (es. terreni sabbiosi).
- Compatti (es. terreni limosi e argillosi).
- Spugnosi (es. terreni fertili e ricchi di scheletro).
La struttura del terreno assieme ad altre proprietà del suolo, ne condiziona la cosiddetta fertilità agronomica.
La fertilità di un terreno, è la capacità di possedere la possibilità di estrinsecare al meglio tutte le potenzialità produttive al fine di creare quella base agronomica necessaria alla crescita e alla produzione ottimale delle piante.
Per questi motivi, un terreno fertile deve essere composto da una quantità equilibrata di sabbia, limo e argilla.
Ogni specie di pianta infatti predilige un certo tipo di terreno (argilloso, limoso, sabbioso, calcareo ecc.) ma può adattarsi anche a terreni di diversa natura, quando grazie all'opera dell'uomo si interviene correggendo la nutrizione minerale attraverso l'uso dei concimi, oppure con appropriate rotazioni delle piante, o con opere di bonifica e d’irrigazione.
Progettazione di un orto: Esposizione
Quando si progetta un orto, è necessario, tenere conto dell'esposizione del terreno in base ai punti cardinali e di conseguenza in base allo spostamento della luce solare durante il giorno.
Questa analisi è fondamentale perché se presa in considerazione quando si struttura un orto si eviterà di incorrere nell’errore piuttosto comune di scegliere ortaggi non adatti alla situazione e/o il posizionamento sbagliato degli ortaggi stessi.
Se ad esempio il terreno riceve solo poche ore di luce diretta al giorno, è un errore coltivare solo pomodori e melanzane che hanno bisogno di molto sole ma è preferibile coltivare anche ortaggi da foglia come cavoli e lattughe, che richiedono invece una quantità di luce minore.
Anche la presenza di ostacoli naturali (siepi, alberi ecc.) e artificiali (abitazioni, prefabbricati ecc) è da tenere presente nell'esposizione delle piante dell'orto rispetto alla luce solare.
Per questi motivi l’esposizione dell’orto migliore, deve essere sempre in pieno sole (le aiuole devono essere disposte con orientamento nord - sud), quindi non rivolto a nord, e sufficientemente lontano da costruzioni e alberi che possono determinare ombra.
In questo modo si evita anche che le piante crescano deboli (filate) e perciò più soggette all’attacco di malattie.
Anche i mezzi di protezione (es. tunnel) devono essere sempre collocati in pieno sole. È importante scegliere posizioni completamente soleggiate anche per evitare un elevato accumulo di nitrati, soprattutto negli ortaggi di cui si consumano le foglie (spinaci, cicorie, lattughe, cavoli ecc.).
Inoltre circondare l’orto, con una siepe di limitata altezza (1 - 1,5 m) può essere utile specialmente in zone ventose come barriere frangivento. La siepe, in più crea un ambiente naturale in grado di accogliere animali (insetti, uccelli, ecc.) che possono contrastare i parassiti delle specie orticole. La siepe va collocata a debita distanza dalle aiuole, in modo da evitare che le piante vengano ombreggiate e che le sue radici entrino in competizione con quelle degli ortaggi. È necessario infine considerare che nelle siepi possono, di frequente, trovare riparo lumache e limacce che sono in grado di arrecare danni a diversi ortaggi.
Progettazione di un orto: Realizzazione delle aiuole
Una volta individuata l’area dove progettare l'orto e l'esposizione da dargli, si passa alla realizzazione delle aiuole.
Queste devono avere una dimensione tale da poterle lavorare agevolmente a mano e devono essere misurate in base alla quantità di ortaggi da coltivare. Devono avere una lunghezza minima di 70 - 80 cm e una larghezza di 30 - 40 cm.
Inoltre fra le aiuole dovranno essere anche costruiti degli spazi per il camminamento, mentre in un'altra zona dell'orto non interessata alle colture, dovrà essere presente anche un ricovero per gli attrezzi e una zona per il compostaggio dei materiali vegetali.
Nell'andare a realizzare le aiuole, è necessario anche decidere prima se oltre alla coltivazione degli ortaggi (es. pomodoro, patata, cicoria, cipolla, cavoli ecc.) si vuole coltivare anche piante aromatiche (basilico, salvia, rosmarino, timo, maggiorana ecc.) oppure delle colture floricole, in modo da assegnare ad ogni tipo di specie uno spazio proprio. Tuttavia è necessario evitare di mescolare le piante aromatiche con quelle ornamentali, perché ognuna di esse presenta delle esigenze diverse di nutrizione e permanenza nel terreno.
Progettazione di un orto: Quantità di ortaggi coltivati
Coltivare troppi ortaggi è sbagliato, soprattutto quando siamo presi dall'entusiasmo ogni qual volta che ognuno si cimenta per la prima volta con la coltivazione dell’orto.
All’inizio infatti dell’esperienza di orticoltore invece, è importante partire con la coltivazione di poche e facili colture (es. insalate e cavoli) con le quali fare le prime esperienze per poi introdurre gradualmente altre specie più difficoltose (es. peperone, cocomero ecc).
Altro errore molto comune che si nota all'inizio, è quello di seminare un tipo ortaggio tutto in una volta. È sempre preferibile invece, la semina scalare che permette di prolungare la raccolta nel tempo della stessa specie.
Progettazione di un orto: Disponibilità di acqua
Per poter coltivare con successo una determinata specie orticola, è necessario che nel terreno vi sia una buona riserva idrica soprattutto nel periodo più critico dell’estate dove di solito la disponibilità di acqua scarseggia.
Per questo prima di poter coltivare una determinata coltura, è fondamentale stimare il reale contenuto di acqua nel suolo, in relazione al tipo di ortaggio che si vuole ottenere e al suo fabbisogno idrico.
In caso di carenza idrica infatti, l'acqua dovrà essere apportata alle coltivazioni in maniera supplementare attraverso il ricorso all'irrigazione, il cui approvvigionamento potrà derivare da riserve presenti nelle falde sotterranee, prelevate a mezzo di pozzi artesiani.
Progettazione di un orto: Spazio alle colture
Prima di procedere alla semina o al trapianto, è necessario tenere conto dello spazio corretto da assegnare ad ogni coltura non solo dell’anno in corso, ma anche in un ciclo più o meno lungo (3 – 5 anni).
Questa spazio deve tener conto di alcuni fattori:
- Profondità dell'apparato radicale.
- Fabbisogno nutritivo della coltura.
- Esigenze di luce della coltura.
- Permanenza nel terreno della coltura.
Profondità dell'apparato radicale
A seconda della profondità dell’apparato radicale raggiunta nel terreno dalle colture, si eseguiranno lavorazioni più o meno profonde, in modo da avere un maggiore o minore spessore di terreno reso fertile.
In base alla profondità raggiunta dalle radici, le specie orticole vengono classificate in:
- Superficiali < 60 cm (cavolfiore, cavolo broccolo, cavolo cappuccio, cavolo verza, cipolla, fragola, lattuga, patata, ravanello e spinacio).
- Medie 60 - 120 cm (bietola, fagiolo, carota, cetriolo, melanzana, pisello, peperone e zucchina).
- Profonde > 120 cm (asparago, carciofo, zucca, melone e pomodoro).
Fabbisogno nutritivo della coltura
Il fabbisogno nutritivo degli ortaggi riguarda in particolare il consumo di azoto N.
Per questo le specie vengono suddivise in 3 grandi categorie quali:
- Piante sfruttatrici: sfruttano e impoveriscono il terreno (es. lattuga, cicoria e spinaci).
- Piante miglioratrici: arricchiscono il terreno di minerali in particolare di azoto N e potassio K (es. fagiolo, pisello, cece, fava e patata).
- Piante preparatrici o da rinnovo: migliorano le proprietà fisiche del terreno (es. pomodoro, peperone e carciofo).
Esigenze di luce della coltura
In base a questo parametro, le specie ortive sono classificate in:
-Brevidiurne
Necessitano di giornate corte e nottate lunghe, per attivare alcuni processi come la fioritura. Per esempio la fragola ha bisogno di giornate corte per una poter avere una migliore fioritura.
-Longidiurne
Necessitano di giornate lunghe e nottate corte per fiorire. Queste specie infatti, sono caratterizzate da un fotoperiodo minimo al di sotto del quale alcuni processi fisiologici sono ritardati o inibiti.
Lo spinacio ad esempio può fiorire solo con giornate superiori a 14‚5 ore di luce al giorno.
-Neutrodiurne o a giorno indifferente
Sono specie orticole, che non risentono della lunghezza del giorno.
Fanno parte di questa categoria: l'asparago‚ il cetriolo‚ il fagiolo‚ il melone‚ il peperone‚ il pomodoro‚ il pisello‚ il sedano e la carota.
Un esempio tipico di disposizione delle colture orticole in base alle esigenze di luce, è quello ad esempio di porre le specie longidiurne con esposizione sud - ovest, le neutrodiurne nella parte centrale dell'appezzamento e le brevidiurne con esposizione nord - est.
Permanenza nel terreno della coltura
In base alla permanenza nel terreno, le varie specie orticole sono classificate in:
- Annuali (pomodoro, peperone, patata, fagiolo ecc.).
- Biennali (cavoli, lattuga, cicoria, bietola ecc.).
- Poliennali (asparago e carciofo).
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Questo articolo è stato scritto da Fabio_DiGioia
Fabio Di Gioia è nato a Montelupo Fiorentino nel febbraio del 1980, da una famiglia caratterizzata da una lunga e radicata tradizione contadina. Esperto di recupero e valorizzazione delle varietà vegetali antiche.
Dal 2010 a oggi organizza corsi e seminari sulle buone pratiche di conservazione e coltivazione delle varietà antiche vegetali sia in ambito erbaceo e orticolo che arboreo e frutticolo.
Lo scopo principale del suo lavoro è quello principalmente di recuperare le varietà locali e poterle reinserire in un contesto agricolo e produttivo, verso tutti coloro come le aziende agricole credono sempre di più nelle potenzialità di questo settore.
Blog: fabio13280 - fabio13280.wordpress.com