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Pavimentare il vostro vialetto in giardino. Ecco come creare sentieri e percorsi attraverso il verde

Pietre di recupero, di cava, ghiaino, legno: sono tanti i materiali utilizzabili per creare un vialetto in giardino a regola d'arte

Pavimentare il vostro vialetto in giardino. Ecco come creare sentieri e percorsi attraverso il verde

In questo articolo vorrei parlarvi di come creare un vialetto in giardino e, per la precisione, di come scegliere ed utilizzare al meglio i materiali, al fine di costruire splendidi e coinvolgenti percorsi pedonali e pavimentazioni. Il ruolo che essi hanno è essenziale: non solo per ragioni pratiche, ben note a tutti, ma anche per motivazioni estetiche più complesse di quanto possiate immaginare e supportare.

Questi percorsi o camminamenti, se così vogliamo chiamarli, hanno la capacità di indirizzare lo sguardo verso scorci importanti, minimizzandone altri. Hanno la facoltà di incorniciare ed impreziosire la vegetazione e mettere in evidenza geometrie e conformazioni altrimenti invisibili. Sono in grado di accompagnare l'utilizzo consapevole e meditato di un giardino.

Questo accade perchè il nostro “piccolo parco domestico” è come un racconto: potete narrarlo in modo più o meno efficace. Il vialetto giardino interno ha dunque la funzione di esaltarne, spegnerne e – addirittura – far svanire le potenzialità estetiche.

Naturalmente non è mia intenzione, in questa sede, definire le regole grammaticali sottese a un buon racconto (perché ogni giardino rappresenta sempre un mondo a sé, con caratteristiche e peculiarità valutabili solo in loco e soggette a infinite varianti). In questo articolo mi limiterò a valutare e considerare la tipologia di materiali con cui creare e strutturare percorsi pedonali, sentieri e pavimentazioni.

Tenete sempre ben presente che ogni materiale si distingue per effetti cromatici, grana e risultati estetici sempre differenti.

Una scelta scorretta può provocare effetti addirittura opposti a quelli che si vuole rappresentare.

Sentieri di... pietre di recupero

L’argomento è strettamente connesso alla pietra. È sempre bello andare a rovistare nei magazzini dei raccoglitori di materiali di recupero. Molto spesso c'è davvero l’imbarazzo della scelta, quando ci si trova davanti a pietre o lastre prelevate da qualche demolizione.

La pietra naturale, in realtà, non cambia mai (o quasi) e, anche quand’è fresca di cava, può regalare risultati affini a un prezzo minore. Ma la vera pietra di recupero è capace di donare fascinazioni che quella fresca di cava non ha. Sarà forse perchè è logorata dal calpestio. Sarà perché le asperità e gli elementi irregolari sono stati scolpite dal trascorrere del tempo. Sarà perché la superficie, attraversata di muschi, di muffe e impurità, evoca una silenziosa e duratura storia. Insomma: la pietra di recupero ha tutto un altro gusto. Ultimamente ciò che si trova nei magazzini di materiali di recupero è pietra arenaria, spesso proveniente dall’est, pietra di Luserna e cotto (in tavelle). Un po’ più di rado si possono trovare ciottoli di fiume appiattiti, porfido, lessinia e ardesia.

Per avere un’idea, sommaria, dei prezzi, direi che possiamo andare dagli 80/90 € al m2 per un’arenaria ai 100/120 € al m2 per la pietra di Luserna. Logico che, a seconda della quantità che comprate, si possano anche ottenere buoni sconti.

Come e perchè utilizzare le pietre di cava

Se fra i materiali di recupero non riuscite a trovare quello che fa al caso vostro, potete sempre ripiegare sulle pietre appena scavate. Avrete allora l'imbarazzo della scelta: nel nord Italia, ad esempio, potete scegliere tra pietra di Luserna, pietra di Cassio, pietra serena, porfido, ardesia, pietra piasentina. Nelle regioni del sud, le più comuni sono la pietra leccese, il travertino, la pietra di Trani, il granito.

Non trascurate i marmi toscani: prezzo a parte, a volte si trovano vene davvero interessanti.

Il costo di queste pietre fresche di cava può variare da un meno 30% a un meno 50% rispetto a quelle di recupero. Altrimenti è possibile attingere alle pietre antichizzate artigianalmente. In questo caso, le oscillazioni di prezzo sono strettamente correlate alla perizia di chi le ha lavorate.

Percorsi di ghiaia

Un elemento senza dubbio da non trascurare è la posa dei ghiaini per creare sentieri e percorsi in giardino.

Una volta costruito un cordolo possiamo posarlo “schietto” o mischiato con la polvere di frantoio per indurirne il calpestio. Il ghiaino è senza dubbio l’offerta più abbondante del nostro panorama. Perché ogni cava o frantoio lo macina. Quindi: lessinia, biancone di Brescia, semplice sasso siliceo, arenaria, marmi toscani (il pregiato Bianco di Carrara è gettonatissimo). I prezzi variano da dieci a trenta euro al quintale per i più nobili. Ma molto dipende dal trasporto: è logico che la lunga distanza andrà a incidere sul prezzo.

Quindi, il mio consiglio, valido per tutte le tipologie di percorsi, è quello di puntare sulle pietre autoctone.

Geometrie di pietra per "sceneggiare" i vostri giardini e angoli verdi

Una pietra quadrata non necessità di tante spiegazioni. È senza ombra di dubbio semplice da posare e dona estrema regolarità alla lettura del percorso. Poi c’è il rettangolo: solitamente all’acquisto di pavimentazioni per esterni, tutte le pietre del bancale hanno la stessa larghezza, mentre la lunghezza è variabile. In questi casi, la pezzatura, così come la posa, si definisce “a correre”. Se invece nel bancale ci sono pietre di svariate misure (la scelta più economica) sarà indispensabile posarle a “opus incertum”. Da non confondere con la posa a mosaico. Per l’opus incertum avete bisogno di una certa regolarità nel taglio, mentre per il mosaico le pietre saranno di forma indefinita. I ciottoli di fiume possono essere posati “a vespaio” o – se volete complicarvi un po’ la vita - con forme definite, come ad esempio la “coda di pavone”. In ogni caso, per effettuare pose diverse dal vespaio, i ciottoli dovranno essere rigorosamente vagliati e calibrati.

Un vialetto in giardino di legno

C’è un altro materiale che può rientrare a pieno titolo nel nostro campo d’azione e che regala risultati splendidi. Questo materiale è il legno. Utilizzando il legno come pedonale da esterno, è indispensabile essere totalmente consapevoli dei suoi svantaggi. Se ci soffermiamo sull'argomento "recupero", ad esempio, mi vengono in mente le travi delle case abbattute. O le traversine ferroviarie (che, opportunamente interrate, non inquinano), accompagnate tra le fughe dal ghiaino.

Potete anche spingervi oltre. In una struttura per ricevimenti di Avellino, per esempio, ho recuperato un cedro che era già stato abbattuto. Rimuovendo il tronco in grosse “fette”, si è trasformato in un suggestivo e coinvolgente sentiero dalle sinuose irregolarità. Il legno può essere anche galleggiante: si posano due travi a mo’ di rotaia e vi si fissano sopra le perline. Ciò che ne deriverà, sarà molto simile ad un pontile di legno.

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Questo articolo è stato scritto da Redazione

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