L'Orto botanico di Brera a Milano: l'incontro magico con la 'Salvia guaranitica'
Storia di una passeggiata in un orto botanico e del meraviglioso incontro con la bellezza della Natura
Quasi ogni anno, quando vengo a Milano, faccio un salto a Brera. È senza dubbio uno dei luoghi più suggestivi della città, non solo per l’atmosfera che si respira, ma anche per arte, scienza e natura e tutto ciò che di affascinante riserva il centro di Milano, non lontano dalle vie dello shopping più esclusivo ma anche a due passi dalla Scala, dal Duomo e dalla Pinacoteca di Brera.
L’Orto Botanico di Milano risale alla fine del Settecento ed è un gioiello, una vera oasi di pace.
Entrando vi sentirete catapultati in un mondo che nulla ha a che vedere con quanto sta lì fuori a due passi: le vie affollate, il via vai dei turisti, le tavole apparecchiate dei ristoranti sempre affollati. Si arriva al cancello di ingresso dopo aver girovagato per i corridoi dell’Accademia di Belle Arti, tra calchi in gesso, studenti e professori che vanno a lezione.
Vi consiglio di seguire le indicazioni, che non sono sempre facili da individuare. Qui troverete subito le ordinatissime aiuole che occupano gran parte dello spazio. Potrete girovagare in un silenzio quasi totale e arrivare nella zona delle piante secolari che bordano un piccolo prato. È completamente circondato da palazzi e dagli edifici dell’Accademia, quindi il senso di isolamento è ancora più forte. Le piante sono divise per famiglia. Se passeggiate tra i sentieri, potrete scoprire varietà a volte sconosciute. In genere io ci vado in primavera, per girovagare tra fioriture di rose, peonie ed aquilegie.
Ma per caso, l’anno scorso ci sono capitato nel mese di Novembre.
Appena entrato ho scorto in lontananza una straordinaria fioritura blu. Lunghe spighe di un blu indaco che non potevano lasciare indifferenti. 'Salvia guaranitica' indicava il cartellino seminascosto sotto la folta vegetazione. Mai vista, mai sentita. Tutto nella normalità, dato che non conosco le salvie e non sono un esperto. Però mi piacciono. Sono piante che sanno regalare tante sorprese con le loro eccezionali fioriture.
Lasciando stare la Salvia officinalis, onnipresente nei nostri giardini e nei nostri orti, direi che la prima salvia che ho inserito nel mio giardino è stata la 'Salvia elegans', meglio conosciuta come 'Salvia ananas'. Il profumo delle foglie ricorda tanto quello del frutto tropicale da cui prende il nome. Inserita un po' per caso la ritengo ormai irrinunciabile per il rosso fuoco della sua fioritura che sfoggia nella tarda estate e in autunno fino ai primi geli. Non è del tutto rustica ma, se pacciamata bene, è in grado di resistere ai rigori invernali e in primavera è pronta a ripartire con i suoi germogli.
Altrettanto sorprendente è la Salvia sclarea. Si tratta di una varietà biennale, che rinasce molto facilmente dai semi che lascia cadere. Il suo portamento cespuglioso è in grado di raggiungere più di un metro d'altezza e può rappresentare un vero punto di attrazione in un giardino di erbacee. Tutte presenti a Brera nell’aiola delle salvie.
Questo articolo, in realtà, è dedicato al mio incontro con la 'Salvia guaranitica'. Mi chiedo come sia possibile una fioritura così ricca a Novembre in centro a Milano. E poi non si trattava di una fioritura qualsiasi, in quanto era un arbusto alto più di due metri. Sono rimasto stupefatto e letteralmente sedotto da quell’esemplare. Ancor di più quando ho scoperto che si trattava di una varietà abbastanza rustica, capace di resistere a temperature di parecchi gradi sotto zero.
Un invito a provarla senza dubbio!
Ma il destino di noi giardinieri è abbastanza strano. Qualche giorno dopo la mia visita a Brera ho iniziato a leggere il libro "Uomini e Piante" Di Lucilla Zanazzi. Un testo non recente ma che ho scoperto solo poco tempo fa nella mia continua e disperata ricerca di letture in cui si racconta di giardini. Ogni capitolo racconta di appassionati giardinieri che spesso hanno dedicato la loro vita a una sola varietà di pianta. Si tratta di storie incredibili, a volte, ma che si possono capire quando la passione diviene davvero protagonista. Arrivato al capitolo dedicato a "Elisa Benvenuti" ho avuto un sussulto quando ho letto che anche lei, giovanissima, rimase incantata da un esemplare di 'Salvia guaranitica' vista all’Orto botanico di Lucca. Forse da lì è nata la sua passione per le piante aromatiche che l’ha portata a dedicare la sua vita ad esse. Ho trovato davvero curiosa e strana questa coincidenza.
Quella salvia l’ho cercata e l'ho trovata al vivaio di Elisa e Marco "Le essenze di Lea".
Adesso aspetto di vedere la sua fioritura.
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