L'irrigazione degli ortaggi
Premessa
L'irrigazione è una pratica colturale, che ha come scopo quello di incrementare l'umidità del terreno, quando gli apporti idrici naturali o le riserve immagazzinate, sono insufficienti a coprire il normale fabbisogno idrico delle colture.
Non è possibile oggi effettuare una buona orticoltura senza il ricorso all'acqua di irrigazione. Le colture orticole, infatti sono generalmente caratterizzate, da un apparato radicale superficiale e inoltre negli strati superficiali del suolo, l'acqua di solito scarseggia, sia a causa della perdita in profondità, sia per effetto del processo di evaporazione.
Inoltre i prodotti orticoli sono ricchi di acqua e la loro qualità risulta migliore se risultano acquosi, teneri e se crescono in fretta, ossia con le radici dove c'è un adeguato contenuto di umidità.
L’irrigazione però se non eseguita correttamente produce sulle colture effetti collaterali dannosi alla salute delle piante, quali:
- Eccessiva saturazione del terreno
- Diffusione di marciumi radicali
- Asportazione di prodotti anticrittogamici o insetticidi
- Shock termico
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Fabbisogno idrico degli ortaggi
Il fabbisogno idrico e/o esigenze idriche di una coltura, variano in base a:
- Fattori genetici (specie e varietà).
- Fattori pedologici (caratteristiche fisiche , chimiche e biologiche del terreno).
- Fattori climatici (radiazione solare, temperatura, umidità ecc.).
Questo fabbisogno idrico, varia anche in base allo stadio o ritmo di crescita della coltura, tenendo conto che è:
- Massimo (durante la fase di fioritura e accrescimento dei frutti, dei bulbi e dei tuberi).
- Minimo (nelle fasi iniziali e finali della coltura).
In merito alle esigenze idriche specifiche, gli ortaggi possono essere divisi in:
- Ad elevate esigenze idriche (90%) (es. cetriolo, lattuga, fragola, peperone).
- A medie esigenze idriche (70 – 80%) (es. pomodoro).
- A basse esigenze idriche (60 – 70%) (es. cavolo, aglio e cipolla).
Quando il contenuto di acqua richiesta dalla pianta è insufficiente alle sue disponibilità idriche, si verificano delle carenze idriche, le quali si manifestano con:
- Un appassimento temporaneo della pianta (arresto della crescita).
- Un avvizzimento permanente (disidratazione della parte aerea e successiva morte).
Inoltre le carenze idriche, determinano anche:
- Riduzione della produzione.
- Peggioramento qualitativo dei frutti, con aumento dell'acidità e riduzione del contenuto zuccherino.
Inoltre in condizioni di carenza idrica, gli ortaggi risulteranno anche più duri e fibrosi. Ad esempio il fagiolo tende a risultare filamentoso o farinoso, il sedano fibroso e la lattuga amara.
In merito a questo aspetto possiamo affermare infatti, che molte colture orticole non possono essere realizzate senza al ricorso all'intervento irriguo.
Anche l’eccesso idrico è dannoso per le piante, perché determina:
- Riduzione della produzione
- Incremento delle malattie
- Lussureggiamento delle piante
- Ridotta fruttificazione
- Riduzione del contenuto zuccherino dei frutti
Infine, sono estremamente dannosi altresì anche gli squilibri idrici, causati da un’alternanza di bassa e alta umidità del terreno, perché provocano:
- Arresti di crescita
- Squilibri fisiologici (es. marciume apicale del pomodoro e bolla del peperone).
Questi squilibri sono particolarmente deleteri, nel periodo che va dall’allegagione all’accrescimento dei frutti.
Sistemi d’irrigazione
I principali sistemi d’irrigazione utilizzati in orticoltura, sono:
- Irrigazione per infiltrazione laterale o a solchi
- Irrigazione a pioggia o per aspersione
- Irrigazione localizzata
a) A goccia
b) A sorso o a spruzzo - Sistema d’irrigazione con tubi interrati (subirrigazione)
3.1. Irrigazione per infiltrazione laterale o a solchi
Consiste nel distribuire acqua di irrigazione, attraverso il suo scorrimento all’interno di canalette di terra nel mezzo alla quale sono coltivate le piante.
Il sistema è particolarmente utile, su appezzamenti di piccole superfici, per colture di:
I solchi devono essere sistemati su una superficie piana e distribuiti in maniera longitudinale. Se invece il terreno è in pendenza, vanno sistemati per traverso e/o a gradini, per evitare la perdita d'acqua per ruscellamento superficiale e il pericolo dell'erosione del suolo.
3.2. Irrigazione per aspersione o a pioggia
Consiste nel distribuire acqua di irrigazione, sotto forma di minute goccioline a bassa intensità attraverso degli irrigatori, che possono essere:
- Fissi
- Mobili
Il metodo, è particolarmente diffuso per grandi superfici e in particolare per gli ortaggi da foglia (es. radicchi, cicorie, bietole, spinaci ecc.).
Nei piccoli orti familiari, la distribuzione dell'acqua per aspersione o a pioggia, avviene tramite il ricorso ad apparecchiature semplici e tradizionali.
Si tratta di un utilizzare, un semplice tubo di gomma alla cui estremità si colloca un polverizzatore (o il dito dell'operatore), oppure per i semenzai e piccole superfici in genere, si ricorre all'utilizzo del famoso innaffiatoio.
3.3. Irrigazione localizzata
Consiste nel distribuire acqua d’irrigazione, facendola fuoriuscire da dei fori e/o gocciolatori, utilizzando delle manichette perforate in PVC, con la tubazione che viene posta sopra il terreno.
In base alla modalità di fuoriuscita dell’acqua dalla tubazione, l’irrigazione localizzata può essere:
Questo sistema d’irrigazione presenta dei notevoli vantaggi, quali:
- Ridotto consumo di acqua
- Maggiore stabilità del terreno del punto di vista fisico e chimico
- Uniformità di distribuzione dell’acqua
- Mantenimento del livello di umidità del terreno ottimale e costante
- Minori perdite di acqua per evaporazione e percolamento in profondità
- Minore diffusione di malattie ed erbe infestanti
Le specie ortive che traggono particolare beneficio dall’irrigazione localizzata, sono:
- Pomodoro
- Peperone
- Melanzana
- Zucchina
- Fagiolo
- Cocomero
Anche le colture pacciamate ricevono beneficio dall’irrigazione localizzata in particolare la fragola e il melone.
Questo sistema d'irrigazione diffuso anche per specie ortive coltivate in serra, permette di ottenere degli incrementi di produttività intorno al 10%.
L'impiego dell'uso delle manichette perforate a pressione ridotta (1 atm) o a trasudazione continua con tubi porosi, si adatta molto bene anche per specie ortive coltivate ad elevata densità colturale, dove i normali sistemi di distribuzione dell'acqua attraverso ugelli (a goccia o a sorso), sono costosi e spesso poco convenienti.
3.4. Subirrigazione
Consiste nel distribuire acqua d’irrigazione sotterranea, attraverso l’interramento ad una certa profondità di tubazioni perforate.
Tuttavia in orticoltura questo sistema non ha incontrato molta diffusione, a causa di:
- Diminuzione della produzione per occlusione della rete irrigua o ristagno dell’acqua in profondità
- Scarsa uniformità di distribuzione già al 2° - 3° anno di installazione
- Costi di installazione e manutenzione elevati
Qualità dell’acqua d’irrigazione
Si definisce qualità dell’acqua d’irrigazione, l’insieme dei parametri (fisici, chimici, biologici e microbiologici) capaci di modificare lo stato vegetativo e produttivo delle piante.
I parametri più importanti che maggiormente condizionano la qualità dell'acqua d'irrigazione, sono:
- Temperatura
- Conducibilità elettrica (micromhos/cm 25°C)
- Sali totali (ppm)
- Sodio Na+ (% dei sali totali)
- Boro B (ppm)
- Carbonato di sodio Na2CO3 (in meq residuali)
In base a tali parametri, le acque d’irrigazione vengono classificate come segue:
Qualità dell’acqua |
Conducibilità elettrica (micromhos/m 25°C) |
Sali totali (ppm) |
Sodio Na+ (% dei sali totali) |
Boro B (ppm) |
Carbonato di sodio Na2CO3 |
Molto buona |
< 250 |
< 175 |
< 20 |
< 0,33 |
<1,25 |
Buona |
250 – 750 |
175 – 525 |
20 – 40 |
0,33 – 0,67 |
1,25 |
Mediocre |
750 – 2000 |
525 – 1400 |
40 – 60 |
0,67 – 1,25 |
1,25 – 2,50 |
Cattiva |
> 2000 |
> 1400 |
> 60 |
> 1,25 |
> 2,50 |
Tra tutti i parametri elencati quelli che maggiormente influiscono sulla qualità dell’acqua d’irrigazione, sono:
- Salinità
- Contenuto di sodio Na+
Il problema della salinità è particolarmente critico nella pratica irrigua, quando si opera:
- In ambienti con scarse precipitazioni
- In terreni anomali (salini e alcalini)
- In serra
Quando la salinità delle acque d’irrigazione supera il limite oltre la quale non è possibile eseguire le normali coltivazioni, è necessario:
- Distribuire nel terreno sostanza organica
- Impiegare colture tolleranti
- Distribuire concimi solidi e liquidi anche con la fertirrigazione in maniera equilibrata
Anche la presenza del sodio Na+ nelle acque d’irrigazione è altresì negativa, perché anche se il suo livello non supera i limiti tollerabili dalle colture, risulta tuttavia dannoso perché comporta un alcalinizzazione del terreno.
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Volumi, tempi e modalità di distribuzione dell'acqua d'irrigazione
Il volume stagionale di adacquamento, è molto variabile in base alle condizioni ambientali.
Ad esempio nelle colture di piena terra soprattutto nelle regione dell'Italia meridionale nel periodo estivo, la quantità d'acqua annuale da distribuire si aggira dai 4000 ai 6000 m3/ha per evitare problemi di carenze idriche.
Durante il periodo invernale, invece è l'eccesso idrico a provocare problemi nel suolo con fenomeni di ristagno idrico e quindi di asfissia radicale.
Per questo è necessario:
- Eseguire un accurato drenaggio del suolo.
- Effettuare delle sistemazioni idraulico agrarie ad aiuole rialzate (15 - 25 cm) per favorire lo sgrondo delle acque in eccesso.
Per quanto riguardano i tempi di distribuzione dell'acqua d'irrigazione, sarebbe preferibile bagnare il terreno verso la sera al tramonto o al mattino presto, quando la terra non è calda, in modo da evitare degli eccessivi shock termici.
Distribuendo acqua verso la sera, gli ortaggi rimangono freschi per tutta la notte soprattutto nel periodo molto caldo in estate.
Nei mesi primaverili in cui ci possono essere invece dei ritorni di freddo, è preferibile bagnare al mattino.
La distribuzione dell'acqua d'irrigazione, deve tenere conto anche della sua temperatura. Per questo è necessario bagnare di notte con acque fredde, mentre è possibile irrigare anche di giorno con acque calde.
L'acqua d'irrigazione, è da considerarsi fredda quando è inferiore ai 2/3 della temperatura ambientale.
Per quanto riguarda infine il turno d'irrigazione, è necessario distribuire l'acqua a intervalli ravvicinati nei terreni tendenti al sabbioso, più distanziati in quelli tendenti all'argilloso (es. ogni 7 giorni).
Questo perché, nei terreni sabbiosi l'acqua percola facilmente e finisce negli strati più profondi cosicché le radici delle colture rimangono ben presto al secco, mentre nei terreni argillosi viceversa l'acqua viene trattenuta in superficie dando luogo a problemi di ristagno idrico.
In definitiva però, distribuire l'acqua d'irrigazione poco tutti i giorni, oppure molto ogni 2/3 giorni non è una soluzione efficiente e razionale.
È meglio distribuire notevoli quantità di acqua a intervalli regolari nel tempo, variabili a seconda del tipo di specie ortiva coltivata.
Se vuoi conoscere meglio i vari aspetti dell'orticoltura, puoi leggere gli altri articoli di approfondimento:
I consigli dell'esperto sull'irrigazione delle piante
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Questo articolo è stato scritto da Fabio_DiGioia
Fabio Di Gioia è nato a Montelupo Fiorentino nel febbraio del 1980, da una famiglia caratterizzata da una lunga e radicata tradizione contadina. Esperto di recupero e valorizzazione delle varietà vegetali antiche.
Dal 2010 a oggi organizza corsi e seminari sulle buone pratiche di conservazione e coltivazione delle varietà antiche vegetali sia in ambito erbaceo e orticolo che arboreo e frutticolo.
Lo scopo principale del suo lavoro è quello principalmente di recuperare le varietà locali e poterle reinserire in un contesto agricolo e produttivo, verso tutti coloro come le aziende agricole credono sempre di più nelle potenzialità di questo settore.
Blog: fabio13280 - fabio13280.wordpress.com