Elleboro (rosa di natale): coltivazione e cura
Elleboro: caratteristiche generali della pianta
La bellissima pianta dell’elleboro è una specie erbacea diffusa in tutta Europa, nell'Asia Minore e in tutta la zona del Caucaso. La caratteristica che fa di questa pianta una specie molto apprezzata, è il suo fiore che è uno dei pochi a sbocciare in inverno e resiste alle temperature più alte. Quest’ultima peculiarità, unitamente all’aspetto simile a quello della rosa canina, hanno fatto sì che l’elleboro fosse maggiormente conosciuto con la denominazione di "Rosa di Natale". La pianta dell’elleboro comprende più di trenta specie, molte delle quali sono spontanee o facilmente coltivabili. Le specie selvatiche di questa pianta crescono solitamente nei terreni umidi o in zone fresche e ombrose, come ad esempio i boschi. La Rosa di Natale ha un fiore bellissimo ed essendo uno dei pochi a fiorire durante le stagioni invernali è molto apprezzato per le sue qualità ornamentali. In particolar modo, i fiori dell’elleboro sono caratterizzati da una grande varietà di colorazioni. I fiori dell’elleboro sono formati da cinque sepali che assumono la forma e la colorazione di veri e propri petali. Tra le specie più conosciute, si annoverano:
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- helleborus niger (elleboro nero), una specie maggiormente presente in Europa centrale che era apprezzato per le sue proprietà anche dagli antichi Greci, i quali tramandarono sotto forma di mito che il semidio Ercole riuscì a rinsavire dalla pazzia proprio usando questo fiore. Pare, infatti, che l’elleboro fosse in antico utilizzato per le sue proprietà curative sia per malattie mentali sia per malattie cardiache. L’elleboro nero cresce spontaneamente nei luoghi boschivi ed erbosi, può raggiungere fino a 35 cm, è velenoso ed emana un odore forte e pungente. Presenta foglie ampie, oblunghe e lanceolate di colore verde scuro, mentre per quanto riguarda i fiori possono nascere singoli o a coppia e hanno una forma a coppa. I frutti sono dei follicoli allungati con molti semi all’interno. La fioritura dell’elleboro nero va da gennaio ad aprile. I fiori possono assumere varie colorazioni: bianco, rosa, rosso o porpora, mentre il colore nero contenuto nel nome stesso della pianta fa riferimento al rizoma, piccolo, ingrossato e dal caratteristico colore nero;
- helleborus viridis (elleboro verde), noto anche con il nome di "elleboro falso", una specie velenosa e dall’odore fetido. L’elleboro verde può raggiungere fino ai 50 cm e cresce spontaneamente in luoghi cespugliosi. Anche in questo caso le foglie sono ampie e lanceolate e hanno una forma oblunga, fiori invece hanno una colorazione tendente al verde o al rossiccio. I frutti sono gruppi di follicoli oblunghi con semi. La fioritura avviene dal periodo invernale fino a quello estivo;
- helleborus foetidus (elleboro fetido), come dice lo stesso nome questa specie di elleboro emana un odore nauseabondo. Questa pianta può raggiungere ben oltre i 50 cm e cresce spontaneamente nelle zone rocciose e cespugliose. Le foglie più strette rispetto alle specie precedenti hanno i profili seghettati e una forma ovale, con una colorazione verde chiaro. I fiori, dalla forma a campana, hanno di solito una colorazione verdastra dalle striature rosse o brune.
L’uso della Rosa di Natale, dunque, è sempre stato molto attivo, sia per scopo medicinale e terapeutico sia per il mero scopo ornamentale. Quest’ultimo è il motivo principale dell’utilizzo di questa pianta che può decorare con i suoi vivaci colori il giardino o, in vaso, un angolo della casa nelle stagioni invernali. Per quanto riguarda le proprietà medicinali, l’elleboro è ricco di alcaloidi ed è per questo utilizzato in erboristeria. Tuttavia, bisogna sottolineare che l’elleboro è molto difficile da trattare essendo una pianta estremamente velenosa e dalle proprietà allucinogene. Tutte le parti della pianta sono tossiche, per cui è sempre bene evitarne il contatto diretto sia per l’uomo che per gli animali. Dunque, è altamente sconsigliato l’uso di questa pianta per farne decotti, tisane o qualsivoglia rimedio casalingo.
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Il terreno e il clima ideale per la coltivazione di elleboro
Come già anticipato, l'elleboro è una pianta che cresce spontaneamente in molte zone, specie nei terreni umidi e con molta vegetazione, ed è piuttosto facile da coltivare. Il terreno ideale è quello ben drenato, fertile e sul quale vengono svolte periodicamente delle concimazioni organiche. Per quanto riguarda il clima, l’elleboro preferisce la stagione invernale, dunque è bene scegliere di coltivarlo in una zona poco soleggiata e molto ombrosa. L’elleboro è una pianta molto versatile ed è capace di adattarsi ad ogni suolo e ad ogni clima, specie se si tratta di un clima mite. Sicuramente la specie che si adatta più facilmente è l’helleborus foetidus, ma in genere tutte le specie di elleboro sono versatili e hanno bisogno davvero di poche cure. La semina della pianta di elleboro è semplice, ma la pianta necessita di molto tempo prima di attecchire. Per la messa a dimora è consigliabile il periodo autunnale, mantenendo una distanza tra una pianta e l’altra di circa 40 cm. L'elleboro non subirà in alcun modo le alte temperature, tuttavia potrebbe essere danneggiato dal vento, quindi sarebbe opportuno piantarlo in una posizione quanto più possibile riparata o munirsi di teli protettivi in caso di vento. A questo punto le uniche cure di cui avrà bisogno la bellissima pianta della Rosa di Natale è avere il terreno sempre umido, mai troppo bagnato o secco, e non essere esposta eccessivamente ai raggi del sole, poichè è per natura una pianta da sottobosco e da mezz’ombra. Seguendo questi pochi e semplici passaggi, le piante d’elleboro seminate e trapiantate cresceranno, si moltiplicheranno e soprattutto fioriranno dal mese di gennaio in poi colorando anche il più freddo giardino d’inverno con vivaci sfumature.
La concimazione e l’irrigazione
Il terreno coltivato ad elleboro va concimato almeno due volte all’anno, prediligendo sempre un concime organico. Infatti, la concimazione organica apporta numerosi benefici alle piante, ma soprattutto al terreno, favorendo la penetrazione dell’acqua e migliorandone le capacità di immagazzinamento della stessa. Quest’ultima caratteristica è importantissima per la coltivazione di elleboro che, come specificato nel paragrafo precedente, è una pianta che necessita di un terreno sempre umido, senza ristagni idrici. Per evitare quest'ultimi infatti, si consiglia di miscelare al terriccio della perlite, che fungerà da effetto spugna. Il terreno alcalino è migliore per una coltivazione di elleboro, rispetto a un terreno acido. I periodi migliori per la concimazione sono: la primavera e l’estate, in modo da garantire alla pianta per tutto l'anno i nutrienti necessari. Un’ulteriore protezione del terreno in cui cresce l’elleboro è lasciare sul suolo il fogliame delle altre vegetazioni, in modo che facciano da scudo e mantengano alta l’umidità del terreno. Infine, l’elleboro non deve essere potato, ma è sufficiente solo rimuovere ogni tanto i vecchi rami e le foglie morte.
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La moltiplicazione delle piante di elleboro
Una volta trapiantata e cresciuta, la pianta di elleboro si riproduce spontaneamente avendo le giuste condizioni, quali terreno fertile, concimato, umido e abbastanza ombreggiato. Infatti, la riproduzione delle piante di elleboro può avvenire per seme, solitamente durante la stagione primaverile, per questo motivo, onde evitare una moltiplicazione incontrollata e poco armoniosa della pianta, è bene potare i fiori e aspettare che i semi maturi cadano. Per questa operazione è necessario indossare dei guanti protettivi, al fine di non avere un contatto diretto con la pianta che potrebbe provocare anche gravi irritazioni cutanee. Tuttavia, prima che la Rosa di Natale si riproduca autonomamente dovranno passare almeno due anni, il tempo necessario alle nuove piante di elleboro per produrre i fiori. Per ottenere risultati più immediati è possibile dividere i cespi, durante la stagione autunnale, mettendo direttamente a dimora ogni cespo.
Malattie e avversità
Sebbene le piante di elleboro possano durare in giardino per decenni, è possibile che durante la loro vita vadano incontro ad alcune avversità o a malattie che ne pregiudichino l’integrità. Per essere preparati all’eventualità, è bene conoscere quali sono le principali malattie che attaccano la Rosa di Natale e come trattarle. Sostanzialmente sono quattro le malattie che potrebbe contrarre l’elleboro:
- la batteriosi, una delle malattie di cui l’elleboro soffre più frequentemente. Si tratta della penetrazione dei batteri nelle pareti vegetali della pianta, distruggendola. Il motivo della frequenza è che i batteri vengono prodotti in condizioni di alta umidità che è per l’appunto la condizione climatica che predilige l’elleboro. I sintomi della batteriosi sono: ingiallimento o maculatura delle foglie, disseccamento della pianta o crescita stentata. A uno stadio più avanzato si potrebbero presentare anche delle escrescenze sui fusti. Una volta che si sono presentati i primi segnali di batteriosi, è necessario intervenire con un apposito e tempestivo trattamento fungicida;
- gli afidi, i temutissimi "pidocchi delle piante", sono piccoli insetti verdi o di colore scuro che vanno letteralmente a succhiare la linfa vitale delle piante ornamentali. Spesso non sono facilmente visibili, ma si può riconoscerne la presenza poichè gli afidi producono un liquido denso e appiccicoso, la melata, che attira le formiche e la malattia fungina della fumaggine, detta così proprio perchè la pianta sembra essere stata imbrattata da fumo. Gli afidi devono essere trattati subito con repellenti e prodotti specifici, poichè potrebbero provocare danni irreparabili alla pianta. A questo proposito si consiglia di nebulizzare la pianta con Olio di Neem e sapone molle.
- le cocciniglie, altri insetti piccoli, dalla forma circolare e allungata e dal colore chiaro. Anche per questi, vale il discorso degli afidi, poichè le cocciniglie succhiano la linfa vitale, producono la melata e possono favorire la fumaggine. Oltre ai prodotti disponibili in commercio per eliminarle, è possibile tentare con un rimedio fai da te da spruzzare sulla pianta, facendo bollire in acqua un po' d’aglio e ortica, oppure acquistando prodotti gia pronti, come l'estratto di ortica
- la botrite, conosciuta anche come "muffa grigia", è una grave malattia favorita dall’umidità che ricopre di muffa grigia le piante di elleboro, principalmente nei boccioli dei fiori. In questi casi è indispensabile consultare il parere di un esperto per capire come intervenire.
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Questo articolo è stato scritto da Redazione
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