Pianta del Chinotto (citrus myrtifolia): come coltivarlo
La pianta del Chinotto, conosciuta anche con il nome di citrus myrtifolia, appartiene alla famiglia delle Rutacee, al genere Citrus e alla specie myrtifolia. Si tratta di una varietà di agrume che viene coltivato sia per la produzione dei suoi frutti, sia come pianta ornamentale in quanto è apprezzata per il buon profumo e la sua fioritura.
A tal proposito è doveroso affermare che esistono diverse varietà della pianta e le specie più conosciute sono essenzialmente tre, ossia:
- chinotto piccolo
- chinotto grande
- chinotto di Savona
Il chinotto piccolo fa riferimento ad una specie di dimensioni ridotte rispetto gli altri due e può essere coltivato in vaso oppure in giardino.
Il chinotto grande invece presenta delle dimensioni maggiori ed è preferibile coltivarlo nei frutteti o a ridosso di muri.
Mentre il chinotto di Savona si distingue per il semplice fatto che viene principalmente coltivato a Savona ed è caratterizzato da frutti molto succosi e di ottima qualità.
Il Chinotto è un albero originario dalla Cina, diffuso e coltivato in tutte le zone aventi un clima mite in Europa e in Italia. Esso ha una crescita lenta, infatti le sue dimensioni possono arrivare a sfiorare i 2-3 metri al massimo, con un diametro della chioma di un paio di metri.
L'albero è costituito da molti rami fissi e compatti e la differenza sostanziale rispetto ad altri esemplari come il limone, l'arancio o il mandarino, è la totale assenza di spine lungo i rami.
Il tronco è eretto, non molto spesso e si dirama verso l'alto fino a creare una folta chioma. Le foglie del citrus myrtifolia sono di un verde lucido ed intenso e con una forma ellittica. I fiori di questo albero sono piccoli e bianchi, riuniti in gruppi vicino le estremità dei rami, oppure si trovano solitari vicino alla foglia. Il frutto prodotto apparire tondo o leggermente appiattito e ha una dimensione simile all'albicocca. Quando è maturo assume una colorazione giallo-verde, ma non sempre viene raccolto quando è in piena maturazione. Spesso accade che le aziende o le industrie necessitano di tali frutti ancora acerbi. Per quanto riguarda la polpa, essa ha un gusto amaro ed è il risultato di circa 8-10 spicchi.
Terreno e clima del Chinotto
La pianta del Chinotto predilige terreni sciolti di medio impasto, ben drenati e che abbiano un discreto contenuto di sostanza organica. Non vanno bene i suoli molto argillosi e compatti in quanto la pianta rischia l'asfissia radicale. Per quanto riguarda il clima, l'albero del citrus mytifolia preferisce un clima mite o subtropicale e la temperatura ideale per una buona vegetazione si aggira intorno ai 22-23°. Non a caso si tratta di una pianta che ama il sole, quindi la sua collocazione necessita di un luogo abbastanza soleggiato. Al contrario, non ama le temperature fredde o luoghi troppo esposti al vento. Se cosi' fosse, bisogna pensare di installare delle barriere frangivento. Le basse temperature non sono ideali per questo alberello che rischerebbe di morire. Anche se si dice che tale pianta sia originaria dalla Cina, in realtà il luogo di provenienza di questo agrume ha pareri contrapposti.
Alcuni ritengono che non provenga dalla Cina, bensi' dal Mediterraneo e che addirittura sarebbe una mutazione di un'altra specie di citrus, ossia il Citrus Aurantium comunemente conosciuto come l'arancio amaro. Fatta questa piccola osservazione, la sua coltivazione è molto diffusa, soprattuto in determinate regioni italiane dove trova un clima perfetto come la Liguria e in Sicilia.
Chinotto: come concimarlo?
Per favorire la fioritura ed ottenere dei frutti di ottima qualità, la pianta del Chinotto deve essere concimata in primavera e in autunno con un concime organico abbastanza maturo: si dice infatti che sia molto utile il letame. Mentre nel caso in cui si presenti il problema della caduta dei frutti durante la loro maturazione, è possibile utilizzare un concime apposito per agrumi.
L'irrigazione del Citrus myrtifolia
Come tutte le specie appartenenti al genere citrus, non ha bisogno di essere irrigarato spesso. Si tratta di una pianta che si accontenta delle pioggie, anche se è preferibile innaffiarla periodicamente durante i suoi primi anni di vita, in particolar modo in estate e durante il periodo dell'ingrossamento dei frutti.
Anche se non necessita di particolari attenzioni per quanto riguarda l'irrigazione, resta sempre il fatto che bisogna intervenire tempestivamente nel caso di siccità.
Moltiplicazione del Chinotto (citrus myrtifolia)
Il Chinotto è un agrume facile da coltivare anche in vaso ed il miglior periodo dell'anno per poterlo acquistare è sicuramente in primavera. Se si desidera coltivarlo in un vaso, è necessario avere degli opportuni accorgimenti: ad esempio il vaso deve essere preferibilmente in ceramica ed avere una dimensione abbastanza capiente, almeno il doppio per la quantità di terra che si utilizza per coltivarlo. Una volta trascorso un anno, è necessario effettuare un rinvaso per spostare la pianta in un altro vaso più grande, con terriccio nuovo e fresco. Il rinvaso può anche essere fatto ogni 2 anni massimo. Se invece si opta per coltivazione nel terreno, è necessario sapere che ci deve essere una lavorazione specifica in riferimento, preceduta da una concimazione di fondo a base di letame.
La pianta del Chinotto si produce per seme e per la moltiplicazione si fa riferimento all'inesto. I portainnesti più impiegati sono gli aranci amaro e il trifogliato.
Il primo è adatto per terreni sciolti, ben drenati, resistente anche al gelo ma suscettibile al famoso mal secco.
Il secondo invece preferise i terreni di medio impasto ed è più resistente rispetto all'altro tipo, sotto molteplici punti di vista e viene indicato per la coltivazione in vaso.
Bisogna sapere che le piante del Chinotto devono essere messe in dimora in piena terra dopo 3 anni dall'avvenuto innesto e prima della ripresa vegetativa o durante il periodo autunnale. É importante sottolineare che le buche che andranno ad ospitare la pianta nel terreno dovranno essere fatte un paio di giorni prima e preparate in un certo qual modo con letame maturo e concime. Inoltre la distanza di collocazione tra una pianta e l'altra non deve essere minore di 3 metri. Grazie a questi piccoli accorgimenti, si garantisce una crescita sana e rigorosa dell'alberello che saprà dare dei buoni frutti.
Utilizzi del frutto
La pianta del Chinotto (citrus myrtifolia) inizia a produrre i suoi frutti dopo circa 4 anni e non è possibile indicare un periodo ben preciso per la raccolta. Si può dire infatti che la raccolta avviene in modo scalare, ossia da metà settembre fino a tutto dicembre. Solitamente i frutti maturi si raccolgono a dicembre, mentre quelli non ancora maturi tra giugno e novembre. In media una pianta può produrre circa 400-500 frutti che poi vengono distinti commercialmente in grandi, medi e piccoli in base alle dimensioni.
Gli utilizzi del frutto derivante dal citrus myrtifolia sono molteplici però c'è da dire che non sono commestibili da crudi in quanto sono caratterizzati da un gusto troppo amaro. Per questo motivo devono essere cotti e in questo caso sono ottimi per la preparazione di sciroppi, liquori, marmellate e canditi. C'è chi invece preferise preparare delle bevande calde a base di chinotto perchè contiene un'elevata concentrazione di vitaminca C, di beta-carotene e arginina. Tutte sostanze che apportano benefici al proprio organismo svolgendo un'azione antinfiammatoria, antinvecchiamento e antiossidante.
La potatura del Chinotto
La potatura della pianta del Chinotto, o citrus myrtifolia, avviene ogni anno dopo la raccolta dei frutti, in genere in primavera e, al contrario di quanto si possa pensare, non si tratta di un'attività facile, ma richiede molta energia. Essa consiste nella pulitura dell'albero e avviene tagliando i rami vecchi, facendo spazio anche tra quelli più piccoli, in modo da arieggiare tutta la chioma e favorire una crescita prosperosa. Inoltre si eliminano anche i rami secchi e quelli malati.
Le malattie e parassiti del Chinotto (citrus myrtifolia)
La pianta del Chinotto è una specie molto esposta all'attacco dei parassiti. A tal proposito si possono distinguere:
- parassiti animali
- malattie fungine
Nel primo caso si possono citare le cocciniglie, ragnetto rosso e tignola della zagara. In questo caso, l'unico modo per prevenire l'insorgenza di tali problemi è cercare di intervenire in modo tempestivo con rimedi efficaci o, meglio ancora, cercare di proteggere sempre la pianta eliminando i rami infetti, potandola nella giusta maniera e preservandola da temperature e condizioni meteorologiche non adatte. Nel caso in cui i rimedi non hanno efficacia, allora si può optare per l'utilizzo di trattamenti chimici, ma solo nel caso in cui non ci sia altra via d'uscita. I trattamenti chimici sono strumenti molto potenti per curare la pianta ma spesso ci si dimentica che tali sostanze possono comportare anche aspetti negativi, come far morire molti altri insetti che risultano utili.
Nel caso di malattie fungine, quello più diffuso e pericoloso è senz'altro il mal secco. Questo fungo provoca l'ostruzione dei vasi interrompendo lo scorrimento della linfa e ciò provoca la morte della pianta. Il mal secco può essere prevenuto irrorando la pianta con sali di rame subito dopo la potatura anche se ciò non assicura al 100% l'impossibile comparsa della malattia. Nel caso in cui il diretto interessato non sia riuscito a prevenire il fungo, può sempre fare riferimento a rimedi che includono l'utilizzo di prodotti specifici per malattie fungine a base di rame.
Leggi altri articoli sugli AGRUMI nel nostro Blog:
Come si coltiva il chinotto? - Ce lo spiega il nostro esperto in agrumi, Maurizio Lenzi
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Questo articolo è stato scritto da Redazione
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