Acero: guida alla coltivazione
Cenni botanici e consigli per scegliere le condizioni migliori e più favorevoli per la loro crescita
Una delle feste più belle dedicate all'Acero è senza dubbio quella dell'"Acer Glade", che si tiene ad Ottobre presso Westonbirt Arboretum, Gloucestershire, Inghilterra. I turisti che visitano questa mostra mercato quasi non credono ai propri occhi di fronte a tanta meraviglia. Per capire perchè l'Acero susciti così tanta meraviglia bastano davvero pochi numeri: 25 chilometri di sentieri, 17.000 alberi e più di 250 varietà diverse di aceri giapponesi che, sotto gli ormai obliqui raggi del sole del mese di ottobre, pare vogliano accogliere i visitatori con un vero festival di tinte infuocate.
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Il mondo degli Aceri, tuttavia, non si esaurisce a quel gruppo, per quanto estremamente consistente e popolato, dei cosiddetti "Aceri Giapponesi", ovvero l'Acer palmatum, Acer japonicum ed altri simili, perché invece il genere è in grado di offrire numerose altre sorprese, sia dal punto di vista strettamente cromatico sia sotto il profilo architettonico.
Inoltre gli Aceri del gruppo "giapponese” hanno, in qualche modo, mutato l’aspetto dei giardini moderni, assicurando prestazioni d’eccellenza per le situazioni più diverse: le loro dimensioni contenute permettono, infatti, di poterli utilizzare anche in spazi molto piccoli, senza dover ricorrere a potature costanti e frequenti.
Detto questo, va però detto che, in tema di colori, gli Aceri degli altri gruppi non hanno affatto paura del confronto, senza contare la gran quantità di forme e portamenti, che fanno di questa categoria di alberi ornamentali una delle più importanti e rilevanti nella formazione di giardini di superfici medio-grandi.
L’utilizzo degli aceri porta solo effetti positivi sull’ambiente e non ha contro-indicazioni.
Acero: cenni botanici
Fino ad oggi sono state studiate ed identificate almeno 150 specie di aceri, provenienti da tutto l’emisfero boreale, soprattutto da Europa, Nord America, Asia. Sono piante arboree o anche arbustive, spesso decidue, dotate di foglie opposte quasi sempre lobate, solo raramente pennate.
I piccoli fiori, che presentano un caratteristico profumo un po' dolciastro, sono raccolti in pannocchie o corimbi collocati alle ascelle delle foglie o anche all’apice dei getti. Ben note dai bambini sono le infruttescenze, le famose due ali a forma di elica (disamare), che sono unite alla base e che contengono ciascuna un solo seme. La natura le ha create così per sfruttare il vento ed aiutare la disseminazione spontanea.
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Perché coltivare gli Aceri?
La colorazione autunnale di molti Aceri non è affatto inferiore a quella di tutti gli altri generi di alberi noti per tale prerogativa: Liriodendron, Fagus, Liquidambar ecc.
Rispetto a molti generi simili, gli Aceri possono a buon diritto vantare una dote in più: le infiorescenze primaverili sono piccole, ma assai graziose e abbondanti e quasi sempre sbocciano alla fine dell’inverno, quando il fogliame non si è ancora del tutto sviluppato.
Le specie più imponenti (come A. pseudoplatanus o A. rubrum) sono da lungo tempo privilegiate non soltanto dai proprietari di giardini o parchi estesi ed ampi, ma anche dagli amministratori delle città, per impreziosire i viali alberati. Alcuni aceri, in particolare di provenienza occidentale, hanno dimensioni più ridotte, soprattutto per via di alcune loro cultivar e quindi si prestano bene ad ornare spazi circoscritti, come le aiuole o i cortili e talvolta perfino i contenitori. Fra questi ci sono Aceri come il ‘Flamingo’, il campestre e alcune sue varietà, il monspessulanum.
Gli Aceri orientali sono fra le piante più belle e più indicate per la coltivazione di bonsai: oltre ai già noti "giapponesi", vanno raccomandati A. buergerianum, A. tataricum e A. griseum.
Così come avviene per alcune specie del genere Prunus, anche per l'Acero troviamo un bel gruppo di piante dotate di una corteccia ad alto valore decorativo, sia per il colore rosso-ramato oppure striato, sia per la prerogativa di sfaldarsi in strisce e riccioli. Ottime, dunque, d’inverno.
Anche le infruttescenze concorrono a rendere gli aceri fra gli alberi più graziosi in ogni giardino. Spesso non solo sono colorate in modo acceso, ma sono anche belle a vedersi. I bambini le amano perché possono usarle nei loro giochi.
Coltivare gli aceri
Coltivare gli aceri è molto facile, perché si tratta di piante rustiche e che richiedono poche cure. Preferiscono un terreno ben drenato, ma costantemente umido: questo consente agli arbusti di svilupparsi meglio, rispetto a suoli poveri e aridi.
La natura del suolo cambia a seconda delle specie: alcuni aceri crescono bene con un ph tendente all’alcalino, mentre altri preferiscono una certa acidità.
Per quanto riguarda la temperatura invernale non sussistono problemi, poiché la maggior parte delle specie occidentali resiste bene anche fino a -20°/-25°C. Un po' meno rustici sono alcuni aceri orientali meno noti, per i quali occorre una protezione invernale.
L’esposizione degli aceri più indicata è quella in pieno sole o, nelle aree più calde, a mezz’ombra, tenendo presente la saggia regola secondo cui quanto più intenso è il soleggiamento tanto più umido deve essere il terreno. Inoltre, va ricordato che in genere le varietà a foglia variegata tollerano meno l’esposizione prolungata ai raggi solari.
Le annaffiature per l'acero sono necessarie quando la pianta è stata messa a dimora da poco, ma va osservato che l’eccesso di acqua è dannoso almeno quanto la sua mancanza.
Se si avverte l’opportunità di concimare l'acero, il fertilizzante va aggiunto al suolo a metà anno, verso giugno. La potatura dell'acero è essenziale solo se si desidera conferire una bella forma all’esemplare. In tal caso, l’operazione va fatta in piena crescita, per far sì che le ferite si rimarginino in fretta.
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