Alberi latifoglie: tutto quello che devi sapere
Piante caratterizzate da foglie larghe a prescindere dalla loro forma
Le latifoglie sono una tipologia di pianta che prende il nome dalle loro foglie. Infatti, la consistenza e forma delle foglie contribuiscono a dare alle piante questo nome. Esse si presentano larghe, senza distinzione di forme. L'importante è che la foglia sia larga. Contrapposto alla latifoglie è invece l'aghifoglie, che presenta delle foglie spinose e sottili.
Tipologie di latifoglie
Di seguito, l'elenco di alberi che rientrano nella categoria delle latifoglie.
- Rovere: questo è il più resistente tra le latifoglie. Infatti ha una resistenza al freddo (al contrario di molte latifoglie, che prediligono un clima mite) e il suo tronco, insieme alla chioma a foglie caduche, gli dona un portamento elegante.
- L'altezza può oscillare tra i 25 e i 40 metri.
- Frassino: l'umidità è il suo habitat ideale, molto utilizzato all'interno delle abitazioni. Quindi, se si hanno giardini con molte zone d'ombra, molto probabilmente il Frassino è l'albero che state cercando. Ha una fitta chioma.
- Molto elegante e ricco come albero.
- Leccio: legno di dura lavorazione, molto presente nel sud Italia.
- La parte più gustosa di questo albero, secondo l'agire di alcuni insetti, sembrerebbe essere il collo del tronco., dunque la parte più in alto, dove inizia a fogliare. Molti defogliatori terminano ciò che i parassiti del legno cominciano. I danni fatti a questa bellissima latifoglie sono enormi se i vari parassiti non sono trattati con agenti chimici specifici.
- Olmo: una tipologia di albero che non pretende cure e si adatta ad ogni clima. Purché non sia troppo freddo.
- Pioppo: molto longevo, alcuni pioppi possono raggiungere anche la veneranda età di 300 anni. Può essere anche molto alto, superando i 35 metri.
- Sughera: gli alberi adulti forniscono sughero mediamente ogni 10 anni. Molto longevo, supera i due secoli.
- Sottocategoria è la quercia, tipo di pianta molto usata all'interno di parchi e giardini. Grande impatto ornamentale.
- Acero: presente in tutta Europa, molto apprezzato per la colorazione che assumono le sue foglie durante i cambi di stagione, specie in autunno.
- Castagno: chiaramente molto apprezzato il suo frutto, la castagna. Molto presente nel nostro territorio, soprattutto nelle zone più montuose e molto umide. La sua chioma è molto irregolare, in particolar modo negli esemplari adulti.
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La potatura delle latifoglie
È innanzitutto raccomandabile che siano solo esperti ad occuparsi della potatura.
Questo perché, essendo alberi e non piccoli arbusti, è possibile incorrere in pericoli che possono mettere a repentaglio la salute dell'operatore e della pianta stessa. Una potatura fatta male, potrebbe anche distruggere il sistema che consente alla pianta di vivere. Quindi, occorre stare molto attenti.
La potatura è fatta per prevenire la caduta di rami, ove dovessero esserci rami secchi e serve soprattutto ad aiutare la pianta a tirar fuori nuovamente le foglie. Quindi a rigenerarle. Difatti, tagliando alcuni rami si fa in modo che ci sia un ricircolo veloce e poco faticoso per la pianta stessa. Uno dei primi consigli che si da è quello di rispettare la forma dell'albero, senza cambiarlo drasticamente. La miglior potatura è quella che non si vede. Per alberi molto alti, oltre i 35 metri, è possibile assumere ditte che abbiano tra di loro esperti di tree clymbing. Ovvero persone che riescano a districarsi tra i rami, a scalare l'albero attraverso corde senza l'utilizzo di ingombranti attrezzature che potrebbero risultare scomode e poco produttive.
In quale clima si sviluppano le latifoglie
È Innanzitutto opportuno dire che, nonostante prediligano un clima mite, quindi né troppo freddo e né troppo caldo, le latifoglie sono essenzialmente piante che possono adattarsi e resistere a qualsiasi clima.
L'importante è che non sia un clima particolarmente estremo.
Possiamo decidere se comprare l'albero adulto, oppure prendere piccole piante che dovremmo far crescere. Chiaramente è molto difficile, se non si è esperti, far in modo che le latifoglie si sviluppino perfettamente. Dunque, il consiglio più seguito è proprio quello di prendere piante adulte presso vivai di produzione o garden center ben forniti.
Si occuperanno loro del trasporto, attraverso appositi macchinari.
Le latifoglie vanno piantate in giardini, spazi ampi e aperti, che consentano alla pianta di svilupparsi e riuscire a prendere lo spazio di cui necessita.
Le Malattie delle latifoglie
Le latifoglie, come qualsiasi altra pianta, sono soggetti a malattie. Quindi necessitano di cure, qualora ne sopraggiungano di malattie curabili. Essendo organismi con vitalità, sono soggetti come noi alle impervie condizioni ambientali e ai vari parassiti.
Vediamo quali sono le principali malattie delle latifoglie, ossia quelle che possono danneggiare maggiormente le piante.
- Acero: l'acero ha dei parassiti che appartengono agli insetti. Le crittogame sono i principali nemici di questa latifoglie;
- Faggio: il faggio può ammalarsi in seguito ad un attacco intensivo attuato da parte di defogliatori, che ne limitano la riproduzione di foglie e di acari di vario tipo. Come anche le crittogame;
- Castano: questo albero è generalmente attaccato da un pericoloso fungo. Esso non intacca il tronco ma distrugge la chioma delle latifoglie. Inoltre potrebbe mostrare segni di bruciore estivo, altrimenti nota come fisiotopia.
- Olmo: soggetto generalmente sottoposto agli effetti degli insetti defogliatori, che aggrediscono la chioma dell'olmo non lasciando alcuna possibilità, se non si cura, di ricrescita.
- Leccio: i parassiti attaccano questa pianta in maniera molto aggressiva nella parte del colletto, punto più "succulento" per i parassiti del legno.
Purtroppo ad oggi è molto difficile prevenire le malattie degli alberi. Cambiamenti climatici e parassiti che viaggiano da una parte all'altra del mondo trasportati dalla frutta e da altri vegetali che arrivano in Italia non rendono possibile tener d'occhio questi fenomeni. L'unica cosa che si può fare è combattere i parassiti una volta che si sono insidiati.
Quanto e come annaffiare le latifoglie
Se abbiamo piantato in giardino delle latifoglie giovani, è opportuno che queste vengano innaffiate periodicamente. Si dovrà quindi mantenere in casa un calendario in maniera tale da poterlo utilizzare in caso di necessità e per ricordarsi l'acqua che diamo ad ogni pianta. Generalmente la latifoglie ha bisogno di 40-60 litri di acqua ogni due giorni. Nelle stagioni secche dovremo premunirci di un apposito impianto in modo da donare alla pianta l'acqua di cui necessita. In seguito, dopo il primo anno, se le latifoglie sono state piantate all'interno del giardino, sarà necessario seguire il classico ciclo di irrigazione del giardino, senza cambiamento alcuno. Infatti, una volta adattate al terreno penseranno le piante a gestirsi la "dose" di acqua giornaliera.
Riproduzione delle latifoglie
Al contrario delle conifere, le latifoglie si riproducono non solo per mezzo del seme. Dunque il seme cade in terra e genera una pianta. Le latifoglie si riproducono anche grazie ai rami che, uscendo dal terreno in maniera verticale divengono dopo tempo delle vere e proprie piante a sé stanti. Quindi, oltre a quella che possiamo definire una vera e propria riproduzione sessuale, attraverso il seme, le latifoglie si sviluppano da rami fuoriusciti verticalmente dal terreno. Dunque figlie di un solo genitore.
Differenza dalla categorizzazione scientifica delle latifoglie
Questa è una categorizzazione sbagliata della tipologia di foglie. Scientificamente si utilizza un'altra tipologia di categorizzazione, le latifoglie vengono chiamati angiospermae, ovvero piante dal seme protetto da un frutto.
Quindi, definirle latifoglie in ambito scientifico è sbagliato e privo di senso.
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Questo articolo è stato scritto da Redazione
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